Robert Parker Wine Advocate Symposium, Roma (175x100)
Consorzio Collio 2024 (175x100)
LA PROTESTA

I viticoltori della Charente in strada con i trattori, contro i possibili dazi cinesi sul Cognac

Manifestazioni alla vigilia della visita del Ministro del Commercio di Cina a Bruxelles, per discutere dei dazi Ue sulle auto elettriche cinesi

Tornano i trattori in strada, per protestare, in Francia. Questa volta non sono gli agricoltori in rivolta contro l’Europa, o i viticoltori di Bordeaux alle prese con la crisi dei prezzi per i vini di più basso prezzo della Regione, ma quelli della Charente, dove si producono le uve per il Cognac, che chiedono al Governo di Francia e all’Europa interventi concreti per scongiurare i dazi che la Cina, potrebbe, introdurre su acquaviti di vini e vinacce made in Ue, come ritorsione ai dazi Ue nei confronti delle auto elettriche cinesi, sui quali, riporta l’agenzia Bloomberg, i Paesi membri dell’Unione voteranno il 25 settembre. Se il voto sarà favorevole, i dazi europei dovrebbero essere in vigore per 5 anni. Una votazione che arriverà dopo quella non vincolante di metà luglio, con 12 Paesi favorevoli ai dazi (tra cui la stessa Francia, insieme a Spagna e Italia), 11 astenuti, e 4 contrari (Ungheria, Slovacchia, Malta e Cipro). E proprio la Francia, ed il distretto del Cognac in particolare, sarebbero quelli più colpiti dai dazi, con i viticoltori in stato di grande allarme, che chiedono non più promesse ed impegni, ma azioni concrete per evitare un’escalation in una nuova guerra combattuta a colpi di dazi, in cui i prodotti della vigna diventano di fatto vittime sacrificali ed estranee alla vicenda principale, come già successo ai vini di Francia (e non solo) nella disputa Airbus-Boeing, tra Usa e Ue, di qualche anno fa.
Uno stato di agitazione, tra i viticoltori dello Charente che vivono in buona parte grazie alla produzione di Cognac, che resta alto nonostante, ad inizio settembre, il Ministero del Commercio cinese abbia deciso di non imporre dazi sul Cognac, come risposta alle indicazioni arrivate, allora, da Bruxelles, con l’idea di rivedere al ribasso i dazi sulle auto elettriche cinesi e di non imporre dazi provvisori e retroattivi fino alla conclusione della sua indagine nel gennaio 2025. In uno scenario che però, sembra nuovamente peggiorato, e potrebbe dare via ad una nuova fase di contrasto che coinvolgerebbe, dunque, anche acqueviti e distillati, sui quali già la Federvini, in agosto, aveva sollecitato l’attenzione dell’Europa.
Le manifestazioni francesi, che vedono i trattori convergere verso la prefettura di Cognac, riporta il magazine francese “Vitisphere”, arrivano alla vigilia della visita a Bruxelles di Wang Wentao, Ministro del Commercio della Repubblica Popolare Cinese. L’obiettivo dei manifestanti della Charente è che le discussioni sulle auto elettriche non trascurino l’indagine sui brandy e simili. “È inimmaginabile che il 18 settembre si discuta dell’unico tema delle auto elettriche a Bruxelles. Dobbiamo fare in modo che i Cognac e gli Armagnac non siano tassati. Questo è l’intero significato dell’evento”, ha detto a “Vitisphere”, il Bureau National Interprofessionnel du Cognac.

Copyright © 2000/2024


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024

Altri articoli