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ICE: EXPORT DEL VINO CRESCE IN VALORE (+ 4%) E DIMINUISCE NEI VOLUMI (-6,9%)

Cresce l'export italiano del vino di qualità: aumenta in valore, ma calano i volumi. Nel 2000, stando ai dati dell'Ice, sono stati esportati oltre 17,4 milioni di ettolitri di vino (con un decremento quantitativo del 6,9% sul 1999), per un valore di 4.700 miliardi di lire (con un incremento del 4% sul 1999). Insomma, si è esportato di meno, ma il prodotto è stato di migliore qualità, come è confermato dal prezzo medio, passato da 2.428 a 2.712 lire al litro.

"Le esportazioni vinicole - come ha sottolineato all'agenzia Ansa Leonardo Montemiglio, responsabile del settore vitivinicolo dell'Ice e curatore dell'indagine - rivestono un ruolo di primaria importanza per la nostra bilancia commerciale, rappresentando una delle poche voci attive del comparto agro-alimentare". Per Montemiglio, inoltre, "esse devono essere considerate di basilare importanza per il settore vinicolo, assorbendo circa il
30% della produzione totale ed il 38-40% dei vini con
denominazione".

Dalla indagine emerge che il processo di qualificazione delle esportazioni dei vini italiani prosegue ininterrotto e con andamento costante da ormai un decennio. Si registra, infatti, un ulteriore incremento della quota dei vini con gradazione alcolica inferiore a 13 gradi che dal 79,5% del 1991 è passata all'82% nel 1996 e si è avvicinata all' 87% nel 2000. Per contro, non sembra arrestarsi il trend negativo dei vini tranquilli con gradazione alcolica superiore a 13 gradi, dei vini frizzanti e degli
spumanti.

Un altro indice dell'affermazione della qualità è fornito
dalla quota dei vini tranquilli imbottigliati all'origine, che, nel 1991, era del 27% e, anche se con oscillazioni, è aumentata gradualmente raggiungendo nel 2000 quasi il 40%. Parallelamente, anche la partecipazione dei vini a Docg e Doc alle vendite globali, che nel 1991 era del 24,7%, è progressivamente cresciuta e nel 2000 ha raggiunto il 26,5%.
"Da una visione dei dati statistici delle nostre esportazioni vinicole - spiega ancora all'Ansa Montemiglio - si ha, a prima vista, l'impressione che nel 1999 sia stato registrato un andamento negativo per i vini imbottigliati e con denominazione, ma un esame più approfondito mostra chiaramente che il calo percentuale dei vini più qualificati è da attribuire esclusivamente allo straordinario aumento registrato in quell'anno dalle esportazioni di vini sfusi e da tavola verso alcuni
Paesi produttori". Gli acquisti della Spagna e del Portogallo nel loro insieme, infatti, avevano superato gli 1,1 milioni di ettolitri nel 1998 e gli 1,7 milioni di ettolitri nel 1999, mentre erano appena 67.000 nel 1997. Le importazioni della Francia erano passate dai circa 2,6 milioni di ettolitri del 1997 e 1998 a 4,2 milioni di
ettolitri nel 1999. Questo fenomeno era stato influenzato anche dal consistente aumento delle importazioni di vino da tavola sfuso da parte della Germania, che era cresciuto di 800.000 ettolitri nel 1999 in confronto al biennio precedente. Nel 2000 le importazioni di Spagna e Portogallo sono ammontate a circa 721.000 ettolitri (-58% in confronto al 1999), quelle della Francia a 3,4 milioni di ettolitri (-19%) e quelle della Germania a meno di 6,1 milioni di ettolitri (-4%).

"Per avere una conferma dell'affermazione sui mercati
esteri dei nostri vini più qualificati - conclude Montemiglio - é sufficiente esaminare separatamente l'andamento dei vini sfusi e da tavola e quello dei vini imbottigliati all'origine e con denominazione nell'ultimo decennio". Infatti, mentre i primi presentano un andamento con marcate oscillazioni da un anno all'altro, i vini con denominazione e imbottigliati hanno un andamento lineare, in graduale e costante ascesa.

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