“Al momento il 17% delle razze è a rischio estinzione. Inoltre, circa il 60% è in uno stato di rischio sconosciuto per mancanza di dati sulla dimensione e la struttura della popolazione”. È con questo dato allarmante che il direttore generale della Fao José Graziano da Silva illustra uno studio pubblicato dall’Agenzia dell’Onu sullo stato delle risorse genetiche degli animali da allevamento.
“La diversità genetica - aggiunge da Silva - è fondamentale per la sicurezza alimentare del nostro pianeta. Oggi più che mai serve un’azione concentrata per tutelarla, a beneficio della sicurezza alimentare delle generazioni future. Il nostro bestiame è sempre più spesso allevato a porte chiuse e alimentato con mangimi concentrati d’ importazione. In tutto il mondo l’allevamento intensivo di pollame, suini, bovini da latte è sempre più basato su poche razze. Questa tendenza è rischiosa poiché mette a repentaglio la capacità nostra e delle future generazioni di adattare gli allevamenti a condizioni sempre più estreme, come temperature più alte e scarsità di mangimi nutrienti. Anche se l’umanità ha addomesticato 40 specie di mammiferi e uccelli e sviluppato 9000 razze negli ultimi 10.000 anni - sottolinea il rapporto della Fao - la maggior parte di queste esiste in popolazioni molto piccole e in aree circoscritte del mondo.
Alcune hanno capacità di adattamento molto speciali. La Yakutian per esempio, una razza bovina straordinaria originaria della Russia, può resistere a temperature che raggiungono i -60°C. Ne esistono tuttavia sempre meno esemplari, poiché i sistemi di allevamento che la utilizzano sono sempre meno. Lo studio della Fao rivela anche che molti governi hanno preso provvedimenti. Mentre nel 2005, meno di 10 paesi riferivano di aver creato banche zoogenetiche, oggi sono 64 quelli che hanno lanciato iniziative simili. E altri 41 paesi si apprestano a farlo”.
Focus - Allarme Fao: Coldiretti, in Italia 130 razze a rischio estinzione
“In Italia sono 130 le razze animali a rischio di estinzione tra mucche cavalli asini pecore e capre”. Emerge da una analisi della Coldiretti, in merito all’allarme lanciato dalla Fao. “Grazie all’impegno degli allevatori italiani per garantire una straordinaria biodiversità degli allevamenti nazionali - sottolinea la Coldiretti - sono state salvate dalla scomparsa ben 38 razze di pecore, 24 di bovini, 22 di capre, 19 di equini, 10 di maiali, 10 di avicoli e 7 di asini, sulla base dei dati dei Piani di Sviluppo Rurale della passata programmazione”.
“Se dell’asino romagnolo, noto per il suo temperamento vivace - continua la Coldiretti - sono rimasti solo 570 esemplari impegnati nella produzione di latte uso pediatrico e per l’onoterapia, della capra Girgentana dalle lunghe corna a forma di cavaturacciolo si contano circa 400 capi per la produzione di latte destinato alla tuma ammucchiata (formaggio nascosto) stagionata in fessure di muro in gesso e/o pietra, che in passato venivano murate per nasconderle ai briganti. Ma ci sono anche - continua la Coldiretti - la gallina di Polverara, ritratta con il caratteristico ciuffo fin dal 1400 in quadri e opere conservati anche nei Musei vaticani, la Mora romagnola una curiosa razza di maiale dal mantello nerastro, con tinte dell’addome più chiare, i bovini di razza Garfagnina con mantello brinato e pelle di colore ardesia che annovera una popolazione di appena 145 capi o quelli di razza Pontremolese che sono rimasti appena in 46”.
“Un’azione di recupero importante si deve ai nuovi sbocchi commerciali creati dai mercati degli agricoltori e dalle fattorie di Campagna Amica attivi in tutte le Regioni e che hanno offerto opportunità economiche agli allevatori e ai coltivatori di varietà e razze a rischio di estinzione che altrimenti non sarebbero mai sopravvissute alle regole delle moderne forme di distribuzione. Si stima che - continua la Coldiretti - almeno 200 varietà vegetali definite minori, tra frutta, verdura, legumi, erbe selvatiche e prodotti ottenuti da almeno 100 diverse razze di bovini, maiali, pecore e capre allevati su scala ridotta trovino sbocco nell’attuale rete di mercati e delle Botteghe degli agricoltori di Campagna Amica che possono contare su 10.000 punti vendita”.
“È questo il risultato del lavoro di intere generazioni di agricoltori impegnati a difendere nel tempo la biodiversità sul territorio e le tradizioni alimentari”, conclude il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel sottolineare che “si tratta di un bene comune per l’intera collettività e di patrimonio anche culturale sul quale l’Italia può contare per ripartire”.
Copyright © 2000/2024
Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit
Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024