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ATTUALITÀ

Il 22% delle superfici vitate in Italia sono a biologico, ma gli acquisti di vino non decollano

Cia-Agricoltori Italiani: “consumo è l’1-2% delle vendite complessive”. Sicilia prima regione, in Valtellina nasce primo Distretto bio della Lombardia
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Cresce la quota del bio tra i vigneti italiani (credit: Wirestock su Freepik)

Continua a crescere la passione per il “bio” in Italia con i vigneti del Belpaese che sono sempre più verdi. Un trend aumentato molto negli ultimi anni anche se il potenziale per fare ancora meglio, soprattutto in ottica di vendite del prodotto, c’è tutto. Oggi, infatti, vengono coltivati a biologico oltre 133.000 ettari, vale a dire il 22% delle superfici vitate nazionali. “Numeri importanti che, da un lato, potrebbero crescere di più rimuovendo gli ostacoli soprattutto burocratici per le imprese agricole e, dall’altro, restano ancora poco visibili sul fronte dei consumi con cittadini non così informati e coinvolti”, spiega Cia-Agricoltori Italiani che, sottolinea in una nota, nonostante l’incremento delle superfici bio a vite (+160% dal 2010), con Sicilia e Toscana “regine” sul podio green, tuttora la produzione rimane limitata (3 milioni di ettolitri il volume di vino biologico, pari al 6% del totale nazionale) e ancora più esiguo il consumo, pari all’1-2% delle vendite complessive.
Cia e Anabio (la sua associazione di riferimento) propongono un memorandum in sei mosse con lo scopo di superare le difficoltà attuali e rilanciare lo sviluppo del settore. Partendo dallo snellimento delle procedure di certificazione di processo e di prodotto nonché dalla sburocratizzazione per favorire la conversione al bio delle aziende; continuando con l’attivazione di campagne informative e di comunicazione mirate a incentivare i consumi dei prodotti bio e a stimolare la domanda dei consumatori, in una fase in cui l’attenzione ad ambiente e sostenibilità è sempre più diffusa; prevedendo anche sgravi fiscali ai protagonisti del settore e maggiori sostegni a ricerca, innovazione e formazione; assicurando, infine, l’uniformità delle regole all’interno dell’Ue riguardo la produzione e la commercializzazione del bio.
Coldiretti ha evidenziato come i produttori di vino bio in Italia sono diventati oltre 22.000 con la produzione annua che è di 3 milioni di ettolitri. Un risultato che, sottolinea l’associazione, conferma l’impegno dei viticoltori italiani per la sostenibilità, ma anche la capacità imprenditoriale nel rispondere alle nuove domande dei consumatori per prodotti che rispettano l’ambiente, di alta qualità e legati al territorio. La Sicilia (che con oltre 30.000 ettari è davanti a Toscana e Marche) è il “treno” del vino biologico a livello nazionale con il 38% di superficie dedicata sul totale della viticoltura regionale. I dati 2023, tratti dall’osservatorio Wine Monitor di Nomisma (secondo il quale negli ultimi 12 mesi il 52% degli acquirenti abituali di vino in Italia ha preferito optare per un vino bio) parlano di un incremento del 20% nell’ultimo anno.

Focus - In Valtellina il primo Distretto Bio in Lombardia
Riconosciuto ufficialmente il Distretto Biologico della Valtellina, con sede nel Comune di Chiuro (Sondrio). Si tratta di un’associazione di promozione sociale (Aps) senza scopo di lucro, che si propone di promuovere, diffondere e sostenere i metodi e i principi di produzione biologica come modello di sviluppo sostenibile nel territorio valtellinese, coinvolgendo numerose realtà agricole, economiche, istituzionali e sociali presenti nel territorio di Sondrio, che comprende 76 Comuni. L’area vanta oltre 1.900 ettari di superficie agricola condotta con metodo biologico, il Distretto è composto da 15 aziende agricole e 3 operatori della filiera bio, che offrono una vasta gamma di prodotti certificati: ortaggi, mele, patate, uva, frutti di bosco, zafferano, piante officinali, uova e miele, fino ai formaggi più tipici della Valtellina come le Dop Bitto e Valtellina Casera. Il piano quinquennale di attività del Distretto Biologico mira a incrementare la superficie agricola biologica del 10% e di conseguenza il numero degli operatori certificati. Le azioni previste si concentrano sulla sostenibilità, sulla promozione della conversione al metodo biologico e sul miglioramento della qualità della vita nelle aree montane. Inoltre, si prevede di facilitare l’accesso degli operatori biologici alle procedure amministrative, stimolare l’aggregazione e la certificazione di gruppo e gestire il Centro del Biologico della montagna alpina di Chiuro, un importante hub per la divulgazione e la formazione nel settore biologico di montagna. In Lombardia si contano 3.500 imprese che si dedicano all’agricoltura biologica, includendo sia produttori sia trasformatori, mentre l’area totale destinata ammonta a 56.500 ettari.

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