Erano stufi i responsabili del Consorzio del Soave di sentir circolare per i corridoi del vigneto Italia la solita frase: “A Soave le produzioni sono sempre elevatissime alla faccia dei disciplinari”. Hanno assoldato allora 10 tecnici e gli hanno sguinzagliati per quattro mesi per i vigneti insediati in oltre 7.300 particelle pari a circa 4.500 ettari di superficie. Un lavoro immane sia di verifica sul campo che di incroci ed elaborazione dei dati raccolti con quelli dell’Albo vigneti. Il risultato è pesante: oltre il 30% delle superfici oggetto di controllo non è in linea con i limiti quantitativi imposti dal disciplinare di produzione. “Si tratta di un dato, comunque - sottolineano i responsabili del Consorzio in una nota - prevedibile dato l’andamento stagionale favorevole”. Il Consorzio, comunque, non si ferma certo a questa valutazione e ha infatti inviato in questi giorni una lettera di contestazione ai conduttori di vigneti non conformi. Allo stesso tempo il Consorzio ha girato l’informazione agli organi preposti al controllo (Ispettorato Regionale Agricoltura, Repressione Frodi). Starà a questo punto al produttore decidere se rimanere o meno nei parametri del disciplinare intervenendo con gli opportuni diradamenti, oppure optare per un vino da tavola. Si dice molto soddisfatto per il lavoro svolto Aldo Lorenzoni, direttore del Consorzio di Tutela: “E’ un lavoro mastodontico che mai era stato fatto prima e che pone le basi per una nuova filosofia che rivolge maggiore attenzione al vigneto e instaura un nuovo tipo di rapporto con i produttori”. “Un’indagine, inoltre - ha aggiunto Lorenzoni - molto impegnativa anche dal punto di vista economico (è costata oltre 100 milioni, ndr) ma che si rivela di estrema importanza soprattutto in vista dell’entrata in vigore delle recenti norme dell’Ocm vino e del nuovo disciplinare di produzione”. La scelta per il Consorzio di svolgere un’indagine di questo tipo va letta decisamente in modo positivo in quanto rappresenta un segnale molto importante per la Doc Soave per uscire da un’immagine negativa che per anni le ha impedito di ottenere i meritati riconoscimenti.
Fabio Piccoli
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