Indicato come nemico giurato dell’agricoltura, il glifosato, il più utilizzato degli erbicidi, è da anni nel mirino degli ambientalisti, accusato di essere cancerogeno e pericoloso per la salute umana, tanto che l’Unione Europea ne consente ancora l’utilizzo, prorogando però l’autorizzazione di anno in anno. Il 5 ottobre però si torna a discuterne in sede europea: dopo che il comitato per la valutazione dei rischi dell’Echa - Agenzia europea per le sostanze chimiche ha classificato il glifosate come non cancerogeno, non mutageno, non tossico per la riproduzione e non genotossico, confermando le valutazioni già espresse da Efsa - Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare, Bfr - Federal Institute for risk assessment, Oms - Organizzazione Mondiale della Sanità e Fao - Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione, la Ue dovrà decidere se mantenere l’utilizzo del glifosato nei campi per altri 10 anni.
Il dibattito sul glifosato è sempre stato acceso, tra chi ne difende la positività per resa dei raccolti e spese di gestione delle coltivazioni a ettaro (per una ricerca di Agri2000 sarebbero il 51% dei produttori nel primo caso, e addirittura l’86% per il secondo, ndr), e chi invece ne sostiene la cangerogenità e ne individua la causa di inquinamento delle acque e malformazioni degli organismi acquatici. In questo senso, l’Italia ha fatto uno scatto in avanti, vietandone tassativamente l’utilizzo sul verde pubblico, e limitandolo in agricoltura, vietandone l’impiego nel periodo che precede il raccolto e la trebbiatura (cioè quando finisce per restare quasi tutto su ciò che mangeremo). Nella stessa direzione l’Austria che, attraverso l’Agenzia austriaca per la sicurezza alimentare, ha chiesto alla Commissione Ue un’indagine sulla valutazione di rischio relativo al glifosato condotta dall’Efsa, proponendo che non si assumano decisioni in sede europea prima di aver fatto chiarezza sulla procedura seguita da questo agenzia.
La coalizione #StopGlifosato, che riunisce 45 associazioni italiane, ha inviato una lettera ai ministri delle Politiche agricole, della Salute e dell’Ambiente per riaffermare che “in una situazione di tale incertezza per una decisione che riguarda la salute dei cittadini - a partire dagli agricoltori che risultano i più esposti - e la tutela dell’ambiente, l’Italia può svolgere, come in precedenti occasioni, un ruolo fondamentale. Per questo è necessario che il governo italiano confermi il parere contrario al rinnovo dell’autorizzazione del glifosato per altri 10 anni, assumendo la leadership di una coalizione di Paesi che mettono al primo posto la salute dei cittadini, la qualità dell’agricoltura e del cibo e la difesa dell’ambiente”.
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