Il 99% dei campi di grano in Europa è contaminato da pesticidi, compresi quelli coltivati secondo criteri biologici: a lanciare l’allarme è lo studio “Presenza, persistenza e valutazione del rischio di residui di pesticidi nei campi di grano europei: un approccio su scala continentale”, pubblicato sul “Journal of Hazardous Materials”, e coordinato dall’Università di Vigo nel progetto SoildiverAgro, che mira a promuovere un’agricoltura più sostenibile attraverso lo studio della biodiversità del suolo, guidato da Andrés Rodríguez-Seijo, esperto in scienze del suolo ed ecosistemi terrestri.
I ricercatori hanno analizzato 614 pesticidi in 188 campi distribuiti in 8 Paesi europei, di cui 93 coltivati in modo convenzionale e 95 biologici, rilevando 73 composti chimici nei terreni convenzionali e 35 in quelli biologici, dove solo lo Spinosyn A, un insetticida naturale derivato dal batterio Saccharopolyspora spinosa, era autorizzato. Tra i pesticidi più diffusi figurano Fenbutatin oxide e Ampa (metabolita del glifosato) nel 44% dei campioni, glifosato ed epossiconazolo nel 39%, oltre a boscalid, tebuconazolo, bixafen, diflufenican e metaboliti del Ddt, vietato da decenni. In Germania si registrano le concentrazioni più elevate, con una media di 0,46 mg/kg e una varietà di 13,5 pesticidi per campo, mentre Ungheria e Serbia mostrano livelli più contenuti, con una media di appena 0,02 mg/kg. Alcuni pesticidi risultano particolarmente dannosi per la biodiversità, come epoxiconazolo, boscalid e difenoconazolo tra i fungicidi, e imidacloprid e clothianidin tra gli insetticidi, noti per il loro impatto sugli impollinatori.
Ma la contaminazione non si limita al suolo: queste sostanze possono entrare nella catena alimentare, esponendo le persone a dosi croniche nel tempo, associate a malattie neurodegenerative, cardiovascolari, respiratorie, renali, endocrine, riproduttive e tumorali. “Si stima che meno del 15% dei pesticidi applicati raggiunga effettivamente il parassita bersaglio. Il resto si disperde nell’ambiente, contaminando il suolo, l’acqua e l’aria. Ciò comporta rischi significativi per la salute ambientale, tra cui l’avvelenamento di organismi non bersaglio, la perdita di biodiversità e lo sviluppo di resistenza nei parassiti”, afferma Manuel Conde-Cid, coautore dello studio sul giornale accademico online “The Conversation”.
Gli autori sottolineano l’urgenza di ridurre la dipendenza da pesticidi chimici persistenti e tossici, promuovendo alternative sostenibili come bioinsetticidi e microrganismi benefici, e adottando pratiche agricole come la rotazione delle colture, la riduzione delle lavorazioni del terreno e l’agricoltura biologica certificata. SoildiverAgro lancia, infine, un campanello d’allarme: i residui di pesticidi sono onnipresenti nei campi di grano europei, compresi quelli biologici, e la sfida urgente è trovare un equilibrio tra produttività agricola e tutela della salute umana e ambientale.
Copyright © 2000/2025
Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit
Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2025



















































































































































































