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IL BIO IN ITALIA? È IL 10% DELLA LA SUPERFICIE AGRICOLA TOTALE E OCCUPA 40.000 PERSONE, CON CONSUMI A +6% NEL 2012, E IN UE UN TERZO DELLE IMPRESE BIOLOGICHE È ITALIANO. PAROLA DELL’AIAB CHE STILA IL DECALOGO DELLE PRIORITÀ PER IL FUTURO DEL BIO

La superficie agricola italiana coltivata nel rispetto dei principi e dei criteri del biologico ammonta oggi al 10% del totale e occupa circa 40.000 persone, tra agricoltori, trasformatori e addetti del commercio. In Europa, un terzo delle imprese biologiche è italiano, solo la Spagna coltiva e produce più biologico di noi, ma in compenso l’Italia è in testa nelle esportazioni. E i consumi sono in costante crescita, il 6% in più nel 2012. Ecco la fotografia dello stato dell’arte del biologico italiano scatta dall’Associazione Italiana Agricoltura Biologica (Aiab) che pensa al futuro e stila il decalogo per “coltivare” abitudini più sane e rispettose dell’equilibrio naturale, favorendo una normativa e un sistema di sostegni e di incentivi al settore, considerato finora un comparto di nicchia (info: www.aiab.it).
Le 10 priorità dell’Aiab? Primo fra tutti la necessità di interventi legislativi e nel quadro della Legge di Stabilità per portare il biologico al 20% di Superficie Agricola Utile nel 2018; la sottoscrizione di un disegno di legge per aumentare almeno al 50% gli acquisti pubblici verdi, ristorazione collettiva inclusa; il varo urgente della clausola di salvaguardia su coltivazione Ogm; la determinazione di strumenti legislativi e finanziari per conseguire l’obiettivo del 100% di agricoltura biologica nelle aree “Natura 2000”; l’impulso parlamentare per il ripristino della dotazione finanziaria del fondo originato dal prelievo del 2% sulla vendita dei pesticidi a vantaggio della ricerca biologica; l’approvazione di una legge nazionale per la promozione dell’agricoltura sociale e di nuovi modelli di welfare partecipativo. E ancora, lotta al consumo di suolo e promozione dell’occupazione giovanile nelle campagne; promozione di un disegno di legge volto a dare vita a iniziative di realizzazione della sovranità alimentare in Italia; gestione del verde pubblico con i metodi del biologico, a tutela della salute dei cittadini; definizione di una delega a sottosegretario all’interno del Ministero delle Politiche Agricole su Biologico e Sovranità Alimentare e costituzione di intergruppo parlamentare bio.
L’agricoltura biologica in Italia è un business in crescita, sia in termini commerciali che per le ricadute occupazionali: è italiano un terzo delle imprese biologiche europee, con una superficie coltivata a bio pari a oltre 1 milione e 200.000 ettari e nell’ultimo anno il numero degli operatori del settore è passato da 47.663 unità a 48.269. Il bio made in Italy piace soprattutto al mercato tedesco al quale puntano 9 produttori italiani su 10 e che nei prossimi anni secondo l’Ice, Istituto nazionale per il Commercio Estero, potrebbe contare su un volume d’affari di 13 miliardi di euro.
La top ten dei nostri prodotti bio preferiti dai consumatori stranieri annovera al primo posto quelli ortofrutticoli, seguiti dal vino biologico, dalle conserve di pomodoro e dall’olio d’oliva (6,2%). In Italia l’affermazione dei prodotti bio, procede a piccoli passi, ma a fronte della contrazione dei consumi di alimenti tradizionali, attribuibile alla crisi economica, il comparto ha registrato un incremento della spesa da parte dei consumatori italiani segnando un incoraggiante aumento del 6% durante il 2012. A decretare il successo sono consumatori giovani e famiglie che registrano una tendenza alla fidelizzazione, mostrando di preferire alimenti di chiara provenienza geografica, possibilmente a chilometro zero, e garantiti da Ong e associazioni, che hanno favorito la moltiplicazione del numero dei canali di vendita (da 106 a 167) sia locali che online negli ultimi mesi dell’anno scorso.
Fonte: Ansa

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