02-Planeta_manchette_175x100
Consorzio Collio 2024 (175x100)

IL CLIMA POTREBBE RADICALMENTE CAMBIARE IL CARATTERE DEI VINI COME CONOSCIAMO, RIDISEGNANDO UNA NUOVA MAPPA MONDIALE DELLA VITICOLTURA ... L’EX VICE PRESIDENTE AMERICANO AL GORE ELOGIA L’IMPEGNO DEL MONDO DEL VINO NELLA SALVAGUARDIA DELL'AMBIENTE

Italia
Il clima cambia il carattere dei vini

Se le temperature e le precipitazioni stanno subendo una reale variazione, il prodotto della vite, strettamente dipendente e regolato da questi due fattori, non può non esserne influenzato: nel futuro questo processo si radicalizzerà, almeno stando a quanto molti esperti di tutto il mondo hanno confermato anche nella recente “Conferenza internazionale sui cambiamenti climatici e il vino”, a Barcellona in febbraio. Il tema dei cambiamenti climatici e dei loro effetti sulla viticoltura, spesso affrontato da www.winenews.it, uno dei siti di riferimento degli enoappassionati, è di grande attualità e resterà centrale anche nella discussione a Vinitaly (a Verona, dal 3 al 7 aprile), la kermesse enoica più importante del panorama internazionale.
Le conseguenze del cosiddetto “global warming” sono infatti già sostanzialmente sotto gli occhi di tutti gli addetti ai lavori del mondo del vino. Il periodo della vendemmia si è generalmente anticipato di circa 10 giorni in tutte le zone più vocate del mondo e, se areali come quello argentino e cileno non sembrano ancora soffrire particolari problemi di siccità, regioni celeberrime come, per esempio, Bordeaux, Alsazia e Mosella, che storicamente producono in zone climaticamente “al limite”, dovranno aspettarsi, nel giro dei prossimi 20 anni, un cambiamento stilistico anche radicale dei propri vini più importanti. Così, ancora a titolo d'esempio, il Cabernet Sauvignon di Bordeaux diventerà sempre più simile a quello della Napa Valley.
Il cambiamento climatico non inciderà, presumibilmente, sulle tecniche produttive, ma di certo dovrà stimolare un necessario e diverso approccio strategico dell’intero comparto a questo problema sempre più impellente: da un lato, la viticoltura e l’enologia dovranno impegnarsi ancora più a fondo sulla strada dell’eco-sostenibilità, a partire da un'attenzione maggiore al consumo delle materie prime e, dall’altro, la ricerca scientifica, la sperimentazione e lo scambio d’esperienze e informazioni dovrà sempre più sostenere il lavoro in campo ed in cantina, perché i cambiamenti climatici da soli non determinino il futuro della vitivinicoltura.
Certo è che l’intero comparto vitivinicolo, che evidentemente costruisce e ha costruito molta parte del suo successo su una particolare attenzione all’ambiente, sotto forma di terroir, non sembra sottovalutare questi problemi. Tant’è che Al Gore, ex vice Presidente americano, premio Nobel per la Pace nel 2007 e paladino dell’ambientalismo più radicale, intervenendo sempre a Barcellona, ha elogiato l’impegno del mondo del vino nella salvaguardia dell’ambiente, invitando tutti a prendere il settore della produzione enoica come esempio virtuoso di interazione tra uomo e natura. Un appello che ha sortito già qualche effetto pratico: alcuni paesi del Nuovo Mondo vinicolo (Usa, Australia, Nuova Zelanda e Sud Africa) hanno raggiunto da poco un’intesa sul “Nuovo protocollo sulla valutazione dei gas serra nell’industria vinicola internazionale”, che punta a ridurre ulteriormente l’impatto ambientale della produzione su larga scala, mentre in Inghilterra il colosso della grande distribuzione britannica Tesco sta mettendo a punto contenitori di vetro più leggeri del 30% per ridurre l’inquinamento.
Muoversi in tempo, infatti, costituisce un punto importante per risolvere tali problematiche. Gli stessi cambiamenti climatici, rispetto al passato, infatti, avvengono con maggiore velocità e non sono caratterizzati da andamenti univoci. Per quanto riguarda la situazione in Europa, si ipotizza che il riscaldamento sarà più marcato nell’emisfero nord e nel territorio francese ed italiano, e i maggiori effetti si avranno nei mesi estivi ed autunnali. Le precipitazioni si ridurranno soprattutto nell’area mediterranea, con una tendenza all’incremento in termini di pluviometria, tra le aree nord e sud dei Paesi mediterranei. Sui vigneti esistenti si verificherà un anticipo delle fasi fenologiche, un accorciamento del ciclo annuale, una maturazione più precoce. Il ciclo annuale si svolgerà in un periodo più caldo e secco, che causerà un tendenziale aumento della produzione e avrà ripercussioni sulle caratteristiche organolettiche delle uve. Non è detto che le diverse varietà raggiungano il risultato produttivo e qualitativo auspicato: ad esempio verranno influenzate varietà particolarmente aromatiche e soprattutto a bacca rossa. Al contempo, vitigni caratterizzati da un’elevata degradazione degli acidi durante i processi di maturazione presenteranno problemi nel raggiungimento dell’optimum di raccolta.

Copyright © 2000/2024


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024

Altri articoli