02-Planeta_manchette_175x100
Consorzio Collio 2024 (175x100)
VINO E RICERCA

Il confronto tra i Sangiovese del mondo, per guardare al futuro e al cambiamento climatico

Al via a Montalcino la summer school “Sanguis Jovis” n. 5 della Fondazione Banfi. Con il premio-ricordo dell’enologo Rudy Buratti

Confrontare la sua espressione più famosa del Sangiovese nel mondo, quella del Brunello di Montalcino, con le altre in Italia e nel pianeta, per imparare, raccogliere dati, trovare soluzioni ai problemi del climate change in primis, ed immaginare il futuro di uno dei più importanti vitigni d’Italia e non solo. È il focus della summer school “Sanguis Jovis” n. 5, il progetto formativo e culturale della Fondazione Banfi, di scena da oggi al 15 luglio, e dal titolo emblematico: “I figli del Sangiovese nel mondo, storie, vini, territori e mercati”.
Un progetto ormai strutturato, ma nato grazie al fondamentale contributo di Rudy Buratti, storico enologo di Banfi prematuramente scomparso, a cui è stato dedicato un riconoscimento ricordo, il “Premio di Laurea in Viticoltura ed Enologia Rudy Buratti”, all’edizione n. 4, che ha visto vincere (e ricevere il premio di 1.500 euro) due studenti, Edoardo Salvetta e Leonardo Negri, della Fondazione Mach di San Michele all’Adige (alla cui scuola enologica si era diplomato lo stesso Buratti).
Grazie ad un lavoro a quattro mani su un tema di grande attualità: “Caratterizzazione e valutazione della risposta di portinnesti di vite sottoposti a ridotta risorsa idrica, elevato calcare attivo e loro interazione”.
“Abbiamo premiato questo lavoro che ha trattato un tema molto importante come quello della resilienza dei portinnesti”, ha detto il presidente “Sanguis Jovis” il professor Attilio Scienza, che aggiunto: “abbiamo ricordato anche così l’enologo Rudy Buratti, con il quale, insieme, tanti anni fa abbiamo iniziato questo progetto di selezione clonale del Sangiovese che oggi vede custodita in Banfi la più grande collezione del genere, quasi 130 cloni di Sangiovese, ovvero un enorme fonte di variabilità. E, in questi giorni, con gli studenti, che sono di un livello altissimo, 20 selezionati tra 80 canditati, stiamo approfondendo tanti temi. Grazie alla ricerca che Banfi sta facendo in campo con le varietà resistenti e con i nuovi portinnesti della “serie M” dell’Università di Milano, per esempio. E devo dire che se tutte le aziende facessero qualcosa di simile, avremmo una quantità di dati enorme che aprirebbe grandi prospettive proprio nella lotta al cambiamento climatico. E poi approfondiamo temi come l’epigenetica, per esempio, e confrontiamo tanti Sangiovese prodotti in Corsica, nel Sud della Francia, in California e non solo, è un momento di approfondimento mai visto su questo grande vitigno. Un’esperienza che speriamo sia anche da stimolo per altre realtà e su altri vitigni, perchè il futuro, anche a livello di successo sul mercato, dipenderà sempre di più dalla conoscenza e dai dati che sapremo mettere insieme, raccogliere ed elaborare”.

Focus - La sintesi della tesi “Caratterizzazione e valutazione della risposta di portinnesti di vite sottoposti a ridotta risorsa idrica, elevato calcare attivo e loro interazione” di Edoardo Salvetta e Leonardo Negri
“L’attuale sistema agricolo europeo richiede attori che alla tradizione e agli aspetti culturali aggiungano sempre più conoscenze e competenze tecniche in grado di rispondere a domande che di giorno in giorno si pongono più specifiche, con ricerche scientifiche che puntino ad una continua innovazione del settore, sia per contrastare il sempre più incombente problema del riscaldamento globale, sia per migliorare la resistenza delle piante a stress biotici e abiotici. Il seguente elaborato si cala in questo contesto, caratterizzando l’interazione di uno dei vitigni internazionali più economicamente rilevanti nel Nord Est italiano (Pinot grigio) con quattro portinnesti: Georgikon28 (introdotto nel Registro Nazionale delle varietà di vite nel 2020), 1103P, Fercal e 101-14. Lo studio dell’interazione portinnesto-nesto è un aspetto spesso sottovalutato che ha portato al dominio negli areali viticoli europei di pochi portinnesti “standard”, così come è ancora poco affrontata in letteratura l’interazione tra due importanti fattori di stress che influenzano molto le scelte agronomiche della viticoltura moderna: lo stress idrico e l’elevata presenza di calcare attivo nel terreno (pH alcalino). Il filo conduttore dell’intero esperimento è stato quindi il confronto tra le risposte ed i comportamenti dei quattro portinnesti sottoposti alle tesi, realizzato mediante una serie di analisi volte a valutare lo stato fisiologico delle piante. Le viti sono state allevate in polytunnel (serra aperta, protette dalla pioggia) in vasi di plastica da 9L, ricoperti in superficie da carta stagnola per evitare evaporazioni dirette. Il numero totale di vasi, disposti con un preciso ordine all’interno della serra, era di 128; 32 piante per ciascun portinnesto, delle quali metà erano soggette alla tesi di stress idrico (WS) e l’altra metà irrigate nella tesi di controllo (WW). La particolarità dell’esperienza è stata incrociare l’ulteriore fattore di stress “calcare attivo” con la carenza idrica, in cui per ciascun portinnesto 8 piantine della tesi WS ed 8 piantine della tesi WW radicavano in substrato alcalino (pH 9). Il periodo di raccolta dati, durato circa un mese, ha visto l’alternarsi di differenti tecniche di analisi con l’utilizzo di particolari strumentazioni (analisi gravimetriche, analisi SPAD, analisi imaging RGB, analisi di potenziale idrico, analisi fluorimetriche, analisi di porometria, analisi di crescita), ed è stato seguito da un’attenta elaborazione dei risultati ottenuti tramite Rstudio con analisi della varianza multifattoriale. I risultati ottenuti sono incoraggianti sia sulle potenzialità del nuovo portinnesto Georgikon28, che futuri test di caratterizzazione sapranno evidenziare sempre più in dettaglio, sia sul metodo di caratterizzazione basato sull’interazione di più fattori di stress combinati fra loro”.

Copyright © 2000/2024


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024

Altri articoli