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DATI

Il crollo produttivo del 2021 spinge in basso le vendite dei vini di Borgogna

Calano, a volume, sia il canale della Gdo (-25,2%) che l’export (-10,6%). La ristorazione è l’eccezione (+53%), volano i prezzi
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I vini di Borgogna sul mercato

Per la prima volta, da diversi anni, le vendite dei vini della Borgogna, nei primi otto mesi 2022, subiscono un calo sia in gdo, con i volumi al -25,2% ed i fatturati giù del -16,7%, che nell’export, con un rallentamento, dopo tre anni consecutivi di crescita, del -10,6% a volume, cui fa, però, da contraltare una crescita del 12,6% dei fatturati. L’eccezione è, invece, la ristorazione, dove le etichette di Borgogna segnano una crescita del +53% a volume. Numeri attesi, e che non spaventano affatto quella che, come ha ricordato Laurent Delaunay, vicepresidente del Bureau Interprofessionnel des Vins de Bourgogne (Bivb), negli ultimi anni “è stata sia la regione che vendeva di più, sia la più cara”.

Del resto, questo capovolgimento della situazione appare logico per diverse ragioni, come ricorda il magazine francese “Vitisphere”, e la più importante riguarda, banalmente, i volumi disponibili. Gli stock nelle cantine sono ai minimi, come sottolineano i produttori della Borgogna, e questo è un aspetto che ha molto a che fare con le difficoltà dell’annata 2021, con una produzione stimata in 997.000 ettolitri, il 30% in meno sulla media delle ultime 5 campagne. Allo stesso tempo, la domanda è esplosa, con un aumento delle vendite, a volume, del 10%, e gli operatori, per soddisfare i loro clienti, hanno praticamente terminato tutte le annate fino alla 2021.

I prezzi sono cresciuti di conseguenza, e questo ha inevitabilmente allontanato molti consumatori che, contestualmente, hanno visto il proprio potere d’acquisto eroso dall’inflazione. In questo modo, si è creato un nuovo equilibrio, almeno temporaneo, e ci vorrà del tempo per riportare i vini di Borgogna sugli scaffali. La vendemmia 2022, con la sua abbondanza, sembra arrivare nel momento giusto: per continuare a crescere sui mercati internazionali, infatti, è fondamentale poter contare sui giusti volumi produttivi.

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