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IL DIRETTORE ICE GABBUTI: “60 MILIARDI PER LA PROMOZIONE DEL MADE IN ITALY”. MA IL SOTTOSEGRETARIO ALLE POLITICHE AGRICOLE CRITICA L’ICE E PROPONE “UN’AGENZIA DI PROMOZIONE SUL MODELLO FRANCESE”

“Il settore agroalimentare è uno dei nostri campi tradizionali e di punta. Negli ultimi anni abbiamo aumentato gli sforzi per promuovere all’estero le nostre produzioni settoriali e solo quest’anno investiremo ben 60 miliardi di lire, metà di finanziamento pubblico e metà di compartecipazione privata, nella promotion del comparto”. Così, all’assemblea di Federalimentare, il direttore generale dell'Istituto per il Commercio con l’Estero, Gioacchino Gabbuti. “La validità delle nostre scelte promozionali - ha continuato Gabbuti - è testimoniata dai risultati positivi delle esportazioni, aumentate nel 2000 di oltre l’8% sul '99. Le nostre posizioni migliorano in quasi tutti i mercati e sub mercati merceologici e non solo per l’apprezzamento del dollaro Usa, ma anche in termini di quote di mercato”. Per promuovere i prodotti agroalimentari all’estero, l’Italia spende ogni anno fra i 250 ed i 300 miliardi di lire: “l'Ice - ha sottolineato Gabbati - ne gestisce solo il 10%, mentre la parte restante si distribuisce in centinaia di rivoli, creando forti problemi di efficienza della spesa, coordinamento delle azioni ed indebolimento dell’immagine dell’Italia all’estero. Riteniamo che un forte coordinamento su questi temi e la riattivazione del tavolo agroalimentare potrebbero dare delle prime significative risposte”.

A contestare apertamente l’operato dell’Istituto per il Commercio Estero (Ice), per l’agroalimentare, è stato poi il sottosegretario alle Politiche Agricole, Paolo Scarpa Bonazza, secondo il quale “serve un’adeguata agenzia per la promozione. C’è la necessità di avere una struttura nuova che sia molto dinamica e molto imprenditoriale, e che parli la loro stessa lingua, e che possa aiutare e supportare nei mercati internazionali gli imprenditori”. Per Scarpa Bonazza, “occorre quindi una sostanziale ristrutturazione che porti ad un’agenzia per la promozione “sul modello francese che possa aprire quelle porte che oggi sono sbarrate soprattutto ai piccoli e medi imprenditori”.

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