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IL FATTURATO 2011 DELL’AGROALIMENTARE CRESCE DEL 6%: I CONSUMI INTERNI A -1,5%, MA L’EXPORT CONTINUA A CRESCERE: ECCO I NUMERI DEL RAPPORTO INTESA SANPAOLO A “L’AGRIBUSINESS PER IL RILANCIO ECONOMICO DEL PAESE”, CONVEGNO ORGANIZZATO DA AGRIVENTURE

Il settore agroalimentare nel 2011 ha registrato una crescita del fatturato del 6%, considerando la continua crescita dei prezzi alla produzione: la stima è del rapporto redatto dal Servizio Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo, comunicato oggi a Firenze nel convegno “L’agribusiness per il rilancio economico del Paese”, organizzato da Agriventure, il ramo del gruppo bancario dedicato al settore agroalimentare.
La performance risente dell’andamento negativo del mercato interno, in cui i consumi di alimentari, bevande e tabacco hanno mostrato un calo dell’1,5%. Il dato del 2011, secondo il report, riporta il livello di spesa pro capite indietro di 30 anni, mentre continuano a crescere le esportazioni, seppure a un ritmo inferiore rispetto al 2010. A guidare la performance del settore sono carni e salumi, vini e bevande e formaggio che, insieme al resto del comparto, rappresentano oggi il 9% del valore complessivo degli scambi commerciali con l’estero realizzati dall’Italia e solo l’agricoltura vanta oggi 1.400.000 occupati.
“Con la nascita di Agriventure nel Gruppo Intesa Sanpaolo - spiega il presidente Federico Vecchioni - è stata favorita la focalizzazione verso l’agribusiness e la relativa attività del credito specialistico, determinando una crescita positiva dei principali driver del settore: nel 2011 i risultati della società registrano un flusso netto positivo di nuovi clienti operanti nel settore dell’agribusiness, nonché un consolidamento degli impieghi e della quota di mercato”.

Focus - Agroalimentare e crisi: le parole del Ministro all’Agricoltura, Mario Catania
“C’e un problema di Imu a tutto tondo, sia sui fabbricati rurali sia sui terreni. La manovra complessivamente - spiega il Ministro - ha pesantemente appesantito la fiscalità gravante sul settore, è stata infatti concepita in un contesto di emergenza. È chiaro che si dovrà tornare su questo tema, non lo considero archiviato, non appena il contesto finanziario lo consentirà torneremo a ragionare sul carico di fiscalità in agricoltura. Oggettivamente, la situazione delle imprese agricole è molto difficile. Io lo dico da tempo, i margini di redditività si sono assottigliati enormemente. Il problema principale non è dovuto tanto alle accise e a fattori esterni. È dovuto al rapporto dell’impresa agricola con la filiera: i nostri agricoltori ricevono dal mercato una remunerazione troppo bassa perché troppo valore viene trattenuto negli anelli che sono a valle dell’impresa agricola. Ci sono troppi passaggi dall’agricoltore al consumatore finale - ha aggiunto Catania - e ci sono troppe realtà che trattengono valore nell’arco di questa filiera”.
Per l’azione del Governo, il Ministro ha spiegato che “finora si è lavorato sulla base dell’emergenza e del contesto finanziario. È chiaro che con il trascorrere del tempo il Governo deve passare a puntare maggiormente l’attenzione sulla crescita. Un primo step in questa direzione - ha proseguito - è stato il decreto liberalizzazioni e unitamente ad esso i provvedimenti in materia di semplificazioni adottati nell’ultimo periodo. Sono interventi che non vanno sottovalutati. Nel caso del comparto agroalimentare vanno a toccare, per esempio, il funzionamento della filiera che è una delle criticità del sistema.
Nella filiera ci sono troppi passaggi e troppo poco valore che rimane al settore. Abbiamo agito anche con misure importanti relative al credito: nel decreto legge sulle liberalizzazioni c’è una norma che istituisce un fondo credito che introduce un circuito virtuoso e tende a mettere a disposizione delle aziende agricole un accesso al credito più semplice soprattutto in relazione alle misure di sviluppo rurale. Quindi - ha concluso il ministro - lavoreremo ancora in questa direzione nei prossimi mesi con ulteriori misure che spero siano consistenti pur tenendo conto che non possiamo mettere in pista risorse finanziarie apprezzabili perché il quadro di bilancio non ce lo consente”.

Focus - Nuova Pac: l’opinione del Presidente della Commissione Agricoltura del Parlamento Europeo, Paolo De Castro
“Le proposte avanzate dalla Commissione Europea per riformare la Pac - sostiene De Castro - non ci sembrano all’altezza dello scenario che si è venuto a delineare ed occorre lavorare per migliorarle. Siamo entrati in una fase di scarsità delle risorse e la volatilità dei prezzi agricoli ne è l’emblema più evidente. Questo aumenta la pressione sui redditi agricoli e crea diffusi stati di sofferenza economica come accaduto nella crisi del latte. Sia per quanto riguarda gli strumenti da attivare in caso di crisi di mercato, sia per quanto concerne le misure di gestione individuale dei rischi. Su questo fronte va sviluppato e promosso lo strumento del fondo mutualistico per la stabilizzazione dei redditi non solo come misura a copertura dei rischi, ma anche come formula attiva di gestione di risorse finanziarie che direttamente, o indirettamente, come elemento di garanzia, può favorire l’accesso delle aziende agricole al credito”.

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