02-Planeta_manchette_175x100
Consorzio Collio 2024 (175x100)

IL FILM HORROR DELL’ANNO? “IL NOSTRO PANE QUOTIDIANO” UNA GALLERIA DEGLI ORRORI DEL CICLO PRODUTTIVO DELL’INDUSTRIA ALIMENTARE

Le immagini bucoliche della pubblicità alimentare, che siamo abituati a vedere, con fattorie e zagole per il burro, non hanno nulla a che vedere con i veri luoghi da cui proviene il nostro cibo quotidiano.

E’ quanto emerge nello spietato film “Il nostro pane quotidiano”, in uscita in Italia nei prossimi giorni nei circuiti cinefili alternativi. 92 minutri, senza dialoghi, per un banchetto sul grande schermo non sempre facile da digerire, ma al quale tutti prendiamo parte, magari inconsapevolmente. “Il nostro pane quotidiano” del regista austriaco Nikolaus Geyrhalter è una galleria di orrori dove l’occhio dello spettatore irrompe nel ciclo produttivo dell’industria alimentare, che rivela i più sofisticati meccanismi per la rapida trasformazione dell’animale in cibo.

Paesaggi surreali plastificati e ottimizzati per il passaggio di trattori e l'utilizzo di macchinari agricoli, stanze sterili all'interno di edifici industriali progettati per assicurare efficienza logistica, dove le macchine richiedono materiali uniformi per assicurare un processo di lavorazione regolare. Uno sguardo insistente, che mescola fascinazione e orrore e racconta ciò che potrebbe sembrare fantascienza, ma che invece è realtà, metafora spietata dei valori dell'odierna società. Attori protagonisti pulcini che buttati vivi su un nastro mobile, finiscono in un contenitore che “li sputa” come palline; maiali a cui l’impiegata tronca gli zamponi con una tenaglia; porcellini che incastrati a pancia in su vengono evirati con serialità chirurgica da un’operaia. Una catena di montaggio dell’horror che il regista sfoglia attraverso un campionario di venti “fabbriche del cibo” europee, dalla Spagna alla Polonia, dove nemmeno le verdure si salvano, martoriate ed avvelenate in capannoni asettici, megaserre dove si coltiva solo con luce artificiale da contadini-infermieri e astronauti con tuta e caschi spaziali.

“Di solito faccio film come quelli che vorrei vedere - dichiara il regista Nikolaus Geyhalter - io sono affascinato dai posti che la gente normalmente non conosce. La produzione del cibo avviene in un sistema chiuso, del quale le persone hanno solo un’idea molto vaga. Le immagini utilizzate dalla pubblicità, con la zangola per il burro e la piccola fattoria, non hanno nulla a che vedere con i luoghi da cui proviene realmente il nostro cibo. C’è una sorta di ritrosia a mostrare questi posti e i lavori che vi si svolgono, ma è necessario farlo”.

Copyright © 2000/2024


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024

Altri articoli