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IL GIORNALISTA VIZZARI (LE GUIDE L’ESPRESSO) “TUTTI I DISCIPLINARI DEI VINI DEVONO ESSERE RADICALMENTE RIVISITATI” E L’ENOLOGO TACHIS “IL RECUPERO DEGLI AUTOCTONI PERMETTERA’ DI PERFEZIONARE L’ENOLOGIA ITALIANA"

“Così come sono, i disciplinari di produzione dei vini sono da buttare via. Queste regole insomma non garantiscono nulla, servono solo come riferimento generale, disciplinano soltanto la provenienza geografica. E pensare, invece, che potrebbero essere utili, se fossero però rapidamente e radicalmente rivisitati, modernizzati e adeguati !”. E’ questo il pensiero di Enzo Vizzari, direttore de “Le Guide de L’Espresso” (è prossima - ottobre/novembre - la pubblicazione della prima guida sul vino dell’importante gruppo editoriale). E sullo stesso argomento, sempre al convegno “Enologia e Gastronomia”, organizzato nei giorni scorsi dall’Università di Pisa, anche Giacomo Tachis, il famoso creatore di grandi miti dell’enologia italiana, è sembrato d’accordo: “i disciplinari - ha aggiunto Tachis - non possono essere troppo petulanti: la vite è, da sempre, una pianta libera !”. Tachis ha quindi aggiunto che “il recupero degli autoctoni (o “zonali”) permetterà di perfezionare l’enologia italiana. Gli autoctoni (ma non tutti gli autoctoni) potranno essere interpretati in modo da renderli proponibili ad un ampio pubblico, senza per questo fargli perdere la loro specificità. L'autoctono di classe può essere la risposta agli internazionali, che poi, alla resa dei conti, sono vitigni comunque passati dall’Italia: il Cabernet, ad esempio, non è un’adozione, ma è una semplice restituzione al nostro Paese”.

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