Montalcino e Torino, il Brunello e la Fiat: storie di due mondi diversi, ma più di una volta con cammini condivisi. Primo su tutti il made in Italy, e il simbolo dell’eccellenza italiana nel mondo. Secondo, la passione del numero uno di Fiat, Sergio Marchionne, scomparso ad agosto di quest’anno, per il Brunello, che lo ha portato a Montalcino non solo da ingegnere Fiat, ma anche e soprattutto da enoappassionato. E aveva anche parlato a WineNews proprio del profondo legame che c’è, in realtà, tra il mondo del vino e il mondo dell’automobile. Filo che è ancora rimarcato dalla casa automobilistica con la nuova linea delle 500, che si chiama “Collezione” ed ha tra le nuove livree la Bicolore Brunello, accostamento di un grigio ed un rosso vino, omaggio all’autunno, stagione dei colori caldi e della vendemmia. Che, almeno a noi piace pensare, è anche una dedica all’amico di Montalcino e il suo Brunello, proprio Marchionne, che nel 2008 ospite al “Benvenuto Brunello” sancì questo legame con la tradizionale piastrella celebrativa delle “cinque stelle”, il massimo del rating, alla vendemmia 2007 del celebre rosso italiano: a disegnarla, Roberto Giolito, designer del Centro Stile Fiat di Torino, uno dei principali studi di progettazione automobilistica. E a svelarla, fu proprio lo stesso Marchionne, che commentò a WineNews: “Io ho fatto gran parte della mia carriera all’estero e se c’è una cosa che è conosciuta da tutti è il Brunello per la sua qualità di eccellenza, un’icona che rappresenta l’Italia. Ci accomuna la capacità del nostro Paese di produrre cose che sono veramente eccellenti”.
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