Decine di milioni di euro di danni in agricoltura con migliaia aziende finite sott’acqua e i raccolti di cereali andati perduti per soffocamento delle piantine, coltivazioni di ortaggi invernali come broccoli e cavolfiori andate perdute, pregiati vigneti sommersi ancora a rischio ma anche decine di migliaia di animali morti annegati, serre distrutte, macchine agricole, attrezzature ed impianti di lavorazione rovinate. È il primo, drammatico, bilancio provvisorio dei danni in agricoltura tracciato dalla Coldiretti, sugli effetti dell’ultima ondata di maltempo, che ha colpito la penisola, dal Veneto al Lazio, dalla Liguria alla Toscana fino alla Sicilia, mentre una nuova perturbazione sta già attraversando il Centro Italia.
A causa dell’isolamento provocato dalla neve, inoltre, molti allevatori non hanno potuto consegnare il latte munto nelle stalle ma a preoccupare è anche il dissesto idrogeologico nei territori colpiti dove si sono verificate rane e gli smottamenti che hanno interessato i terreni ma anche le strade con difficoltà di circolazione. Mentre si attende l’arrivo della nuovo ondata di maltempo sono in corso le verifiche per avviare le procedure per verificare se esistono le condizioni per la dichiarazione dello stato di calamità nei territori colpiti. La situazione è difficile ma nelle campagne è scattata la solidarietà degli agricoltori per aiutare le aziende in difficoltà. Siamo di fronte, sostiene la Coldiretti, ai drammatici effetti dei cambiamenti climatici, che si sono manifestati con il moltiplicarsi di eventi estremi, sfasamenti stagionali e precipitazioni brevi, ma intense e il repentino passaggio dal sereno al maltempo con vere e proprie bombe d’acqua che il terreno non riesce ad assorbire.
La nuova ondata di maltempo, dopo giorni di pioggia che hanno saturato d’acqua i terreni, fa paura a quattro italiani su dieci (41%), che si sentono minacciati dalle alluvioni e dalle frane sul territorio nazionale, come afferma ancora la Coldiretti, ricordando che in Italia si contano 6.633 comuni (82% del totale) con parte del territorio a rischio per il dissesto idrogeologico per una superficie di 2.951.700 ettari (9,8% del territorio nazionale), sulla base dei dati Cnr. Se in media l’82% dei comuni italiani ha parte del territorio a rischio per frane ed alluvioni, la situazione è peggiore nelle regioni interessate dalla recente ondata di maltempo come la Toscana, la Liguria e il Lazio, con il 98%. A questa situazione di fragilità territoriale non è estraneo il fatto che l’Italia ha perso negli ultimi venti anni 2,15 milioni di ettari di terra coltivata per effetto della cementificazione e dell’abbandono che ha tagliato del 15% le campagne colpite da un modello di sviluppo sbagliato che ha costretto a chiudere 1,2 milioni di aziende agricole nello stesso arco di tempo. Ogni giorno viene sottratta terra agricola per un equivalente di circa 400 campi da calcio (288 ettari) che le zone esposte al pericolo di frane e alluvioni che riguardano ben il 9,8% dell’intero territorio nazionale. Per proteggere il territorio e i cittadini che vi vivono, l’Italia, secondo la Coldiretti, deve difendere il proprio patrimonio agricolo e la propria disponibilità di terra fertile dalla cementificazione nelle città e dall’abbandono nelle aree marginali con un adeguato riconoscimento del ruolo, economico, ambientale e sociale dell’attività agricola.
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