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Il marketing esperienziale? “Un concetto che si sta ancora affermando. Gli artigiani italiani non hanno rivali, ma dobbiamo integrarli nella comunicazione di territorio e nei servizi al turista”. Così Maria Lisa Clodoveo, docente Università di Bari

“Raccontare il territorio attraverso un viaggio tra i suoi prodotti tipici è uno strumento importantissimo per le Regioni italiane, soprattutto del Meridione, per rivitalizzare l’economia nei settori produttivo e turistico. Perché non bisogna pensare che la valorizzazione delle tipicità si fermi all’aspetto produttivo: ha diverse funzioni, dalla tutela del territorio alla conservazione della cultura e delle tradizioni. Diventa, insomma, un modo per avvicinare il turista alla realizzazione del desiderio che ha innato, quando programma un viaggio, di staccarsi dalla realtà quotidiana in cui il tempo sfugge, per riavvicinarsi alla tradizione, al locale, ad una vita semplice, genuina e di qualità”. Ecco, secondo Maria Lisa Clodoveo, docente di Scienze e Tecnologie Alimentari all’Università degli Studi di Bari, quello che c’è dietro alla comunicazione territoriale, oggi sempre più legata, spiega a WineNews, al marketing esperienziale. “Un concetto che si sta ancora affermando, e la strada è lunga. La strategia dell’esperienza non deve considerare il prodotto tipico locale come un sistema a se stante, ma deve immaginarlo integrato con un territorio, una cultura, una storia, i saperi tradizionali. E sempre di più in futuro deve unire elementi tangibili come un prodotto agroalimentare e quelli intangibili che sono le informazioni, con i servizi, che possono essere locali, di intrattenimento o folclore, ma anche e soprattutto moderni, come la comunicazione su web, social network e app “intelligenti” di percorsi che guidino i turisti in un sistema intregrato di offerta gastronomica, culturale e paesaggistica”.
Un tema, quello della comunicazione territoriale, al centro di un incontro, ieri al Palazzo dell’Ateneo a Bari, moderato da Licia Granello, wine & food editor di “La Repubblica”, e con, tra gli altri, il rettore dell’Università di Bari Antonio Felice Auricchio e l’assessore alle Risorse agroalimentare della Regione Puglia Leonardo Di Gioia, per il lancio della nuova associazione “La Puglia è servita”, guidata dal presidente Giuseppe Schino e dalla direttrice Vittoria Cisonno - evoluzione della ventennale guida cartacea per viaggiatori gourmet, curata da Cisonno, e di cui riunisce le strutture protagoniste - nata per creare concretamente sinergie, collaborazioni e progetti per migliorare la qualità dell’ospitalità e accoglienza in Puglia, dando nuove opportunità di sviluppo al turismo enogastronomico e prospettive di formazione per professionisti dell’ospitalità (presentata anche la guida “VinidiPuglia 2017”, con oltre 120 aziende e più di 370 etichette, edita da Tirsomedia).
“I prodotti tipici sono generalmente prodotti da aziende di piccola scala - aggiunge la professoressa Clodoveo - dove vengono combinate materie prime locali con tecniche di produzione tradizionale tramandate nel tempo, e questo le pone in grado di poter competere in un mercato ormai dominato da aziende di grossa dimensione che producono prodotti industriali, proprio puntando sul valore aggiunto dell’artigianalità. La loro valorizzazione si deve collocare in una strategia sempre più legata alle esperienze turistiche: il consumatore quando viene, per esempio in Puglia, deve poter utilizzare il prodotto tipico come medium per un viaggio nel tempo e nello spazio, calandosi in una dimensione non convenzionale rispetto alla vita quotidiana. Un’associazione come “La Puglia è servita” contribuirà a dare ai produttori, che da soli fanno fatica ad attuarlo, gli strumenti per tradurre dalla teoria alla pratica il marketing esperienziale, semplificando molti passaggi”.
“La base di ogni comunicazione, come per la ricerca scientifica, è la conoscenza profonda del territorio - aggiunge Salvatore Camposeo, ricercatore di Arboricoltura generale, esperto di olivicoltura, dell’Università di Bari - spesso le aziende hanno difficoltà a trovare il modo giusto per raccontarsi, ma non è solo una questione di formazione, serve anche una maggiore capacità imprenditoriale. Quello che oggi conosciamo della Puglia è solo una piccola parte di quello che ha e che potrebbere essere valorizzato. Le politiche regionali hanno contribuito ad ottenere dei risultati, ma bisogna andare ancora più in profondità, verso quelle realtà che per motivi di dimensioni o età anagrafica sono ancora da riportare in luce”.
La neo nata associazione “La Puglia è servita”, ha cinque soci fondatori - Domenico Cilenti (Porta di Basso, Peschici), Pietro Zito (Antichi Sapori, Andria Montegrosso), Savino Di Bartolomeo (La Bottega dell’Allegria, Corato), Beppe Schino (Perbacco, Bari), Giovanni Scianatico (Masseria Lama San Giorgio, Rutigliano) - e vede la collaborazione tra Movimento Turismo del Vino Puglia e Buonaterra - Movimento Turismo dell’Olio Puglia.

Info:
www.lapugliaeservita.com

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