Il mercato del falso in Italia vale 6,9 miliardi di euro e nel mondo le contraffazioni di generi alimentari italiani contraffatti valgono 60 miliardi, di cui 6 di contraffazione vera e propria e 54 di “italian sounding”. Questi i dati rilanciati a Vinitaly dalla Fondazione Qualivita nel convegno “La contraffazione delle Indicazioni Geografiche italiane e la violazione del made in Italy”, al quale sono intervenuti, fra gli altri, anche il presidente della Commissione Agricoltura del Parlamento Ue, Paolo De Castro e Giuseppe Liberatore, presidente dell’Associazione italiana Consorzi Indicazioni Geografiche.
L’impatto della contraffazione sull’economia legale è devastante: secondo una ricerca del Censis, senza la contraffazione in Italia ci sarebbero 110.000 posti di lavoro in più. In Europa le Indicazioni Geografiche (tra Dop e Igp) fanno girare un giro di affari che si aggira sui 54 miliardi di euro. Solo in Italia il comparto somma un valore complessivo di 12 miliardi di euro con 753 denominazioni riconosciute, di cui 521 vini e 193 nel settore agroalimentare. “Proprio per la loro peculiarità e per il loro giro d’affari - spiega Mauro Rosati, direttore generale di Qualivita - i prodotti agroalimentari del nostro Paese sono spesso oggetto di sofisticazioni, falsificazioni, contraffazione e ingannevole utilizzo dell'origine geografica”.
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