02-Planeta_manchette_175x100
Consorzio Collio 2025 (175x100)

Il Messaggero

Arte, Bizhan Bassiri presenta “Vene d’Oro”: “La vena d’oro è presente in ognuno di noi” … L’opera permanente è installata a Palazzo Farnetani a Montalcino… Si intitola Vene d’Oro, l’opera permanente di Bizhan Bassiri appena inaugurata presso Wine News, in Palazzo Farnetani in piazza del Popolo, a Montalcino, nell'ambito di Venti di ottobre, la rassegna promossa dalla Fondazione Bassiri, in collaborazione con il Comune di Montalcino e il Comune di Fabro. Come è nata “Vene d’oro”? “Vene d’Oro nasce dal dialogo con Bruno Corà e con la proposta di Alessandro Regoli, che in un suo fondo, dopo aver abbattuto un muro, scopre uno spazio non toccato né dal tempo né dalla mano dell’uomo: una stanza culminante in una grotta. In questa grotta affiorano delle rocce, tracce delle fondazioni di Montalcino. Un luogo particolarmente affascinante, che non aveva visto la luce del sole chissà da quanto tempo. Alessandro Regoli, avvertita emozionalmente la forza del luogo, come fosse un cavallo di razza da domare, mi ha chiesto di portarlo nel luogo della visione contemporanea, facendo tutto quello che volevo. Dopo la visita, mi è sembrato naturale immaginarmela come una cavità dove l’oro affiora tra le rocce, pura intuizione. Così ho cominciato a far portare sul pavimento pietre laviche dall’Etna, anche se io, per il pensiero magmatico, ho sempre dialogato con il Vesuvio. Ma la natura è la stessa”. Che messaggio vorrebbe trasmettere con l’opera? “Non è nella natura di nessuna opera trasmettere un messaggio. L’opera, nella sua riuscita, ti disorienta, ti fa perdere la testa. La vena d’oro è presente in ognuno di noi, nella vita degli uomini, in un’infinità di cose che si fanno. Tutti hanno la propria vena d’oro: certi in una maniera particellata, quasi invisibile, e certi con un’evidenza che si staglia nella storia e lascia il segno. È la vena d’oro che afferma la visione”. In che modo definirebbe l'idea di “riserva aurea” al centro della sua filosofia? “Le nazioni, storicamente, stampano la propria moneta in proporzione all’oro che è nella loro riserva, e anche noi, in proporzione alla nostra conoscenza, possiamo esercitare il diritto alla critica. Nel pensiero magmatico, la riserva aurea è la condizione per la quale la luce si raddensa e prende corpo, e il corpo si irradia e si perde nella luce”. Nel 1975 è giunto a Roma e ne ha fatto la sua casa: come mai questa scelta? “Era il 1975, mi ricordo il giorno, anche se in genere le date le dimentico quasi tutte. Era sette giorni prima del mio compleanno, quando sono arrivato a Roma. A posteriori, pensandoci, è stata una esatta coincidenza delle casualità. In questo flusso di tempo e spazio la sorte mi ha assistito, e le cose procedono, e non mi chiedo il perché”. Come ha visto cambiare la città nel tempo?”. “La città di Roma è magnifica, e io, come fossi un quieto orso che guarda il tramonto e che non pensa alle composizioni astrali, mi sento a mio agio. Per quanto riguarda il dare corpo alla visione, io amo sentirmi come fossi sulla luna, dove non fai nessuno sforzo per dimenticare la gravità del quotidiano. Spesso sento parlare della responsabilità dell’artista e dell’opera d’arte nel rappresentare il nostro tempo: la verità è che, per raggiungere la riuscita dell’opera, bisogna dimenticare il tempo, lo spazio, il quotidiano, la vita, la morte e i miracoli. Questa è la particolare condizione per non essere né dormiente né sveglio: quando decidi, è già troppo tardi”. Per la sua Fondazione ha scelto Fabro: perché? “Posso dire che sono caduto come una meteorite. Sono ormai tanti anni che ho lo studio tra la Toscana e l’Umbria, mentre la mia casa è a Roma. Il mio studio è stato prima in via della Cisterna a Roma, a San Casciano dei Bagni per tanti anni, e poi a Chiusi per poco tempo. Infine, a Fabro ho stabilito la mia sede definitiva, per lo studio e per la Fondazione. Come avete sentito dai miei ragionamenti e da come affronto il futuro, non c’è un preciso perché. Sono delle casualità che, finché non trovano la loro combinazione esatta, non si realizzano. Questo è un capannone di più di 4000 metri quadri, costruito per contenere documenti sensibili delle banche, mai entrato in funzione, rimanendo bloccato per inspiegabili ragioni per vent’anni. Questo fino a che non sono arrivato io. E ora, giorno dopo giorno, prende sempre più vita”. Prossimi progetti? “La prossima esposizione, a partire dal prossimo 26 febbraio, presso il Museo Correr di Venezia, a cura di Chiara Squarcina e Bruno Corà, sarà Principe. Il Nottambulo del Pensiero Magmatico, mentre a giugno 2026, al Mar – Museo d’Arte della Città di Ravenna – a cura di Roberto Cantagalli e Bruno Corà, inaugurerà Creazione”.

Copyright © 2000/2025


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2025

Pubblicato su