“Vogliamo essere vicino alle fiere, al mondo del vino ed a Veronafiere, che, con Vinitaly, ha creato un brand a livello nazionale e internazionale che ha trasformato Verona nella capitale del vino”. A dirlo il Sottosegretario delle Politiche Agricole (con delega al vino), Gian Marco Centinaio, che oggi ha incontrato i vertici di Veronafiere, il vicepresidente Matteo Gelmetti ed il dg Giovanni Mantovani, dove si è parlato di ripartenza, con le diverse iniziative di Veronafiere, in calendario nei prossimi mesi. Da Operawine, tasting di Vinitaly con Wine Spectator, in programma il 19 giugno e Vinitaly Special Edition, con gli “Stati Generali del Vino”, primo evento per la ripresa dei contatti commerciali in presenza dal 17 al 19 ottobre, che ha l’obiettivo di riunire istituzioni, associazioni di filiera e aziende, coinvolgendole in un progetto di sistema che rappresenta il primo evento business del 2021 dedicato al settore vitivinicolo per poi ripartire con slancio verso il Vinitaly n. 54, dal 10 al 13 aprile 2022.
Ma non solo, perchè sono in programma anche Vinitaly Design international packaging competition (11 giugno), Vinitaly 5 Star Wines The book (16-18 giugno) e i corsi della Vinitaly International Academy (20-23 giugno). E a questi appuntamenti si aggiungono quelli all’estero: dopo Vinitaly Russia a Mosca (23 marzo) e San Pietroburgo (25 marzo) e Vinitaly Chengdu in Cina (3-6 aprile), va in scena a Shenzhen, sempre in Cina, a giugno (8-10) la seconda edizione in presenza di Wine To Asia. A settembre, Vinitaly è a Pechino (13-17) e poi in Brasile, per Wine South America (22-24).
“Il Ministero plaude alle iniziative di Veronafiere, perché bisogna ripartire e farlo nel modo migliore possibile. Il Ministero vuole esserci”, ha detto Centinaio, secondo il quale “arriveremo all’inizio dell’estate, ma già a fine maggio, in una situazione diversa da oggi, e sono convinto che si possa ripartire rispettando le regole”, aveva detto nei giorni scorsi, in un’intervista a WineNews. Secondo Centinaio, proprio in vista dell’edizione straordinaria di Vinitaly in ottobre, è necessario mettere in campo azioni coordinate a sostegno del settore.
“La priorità è aiutare innanzitutto i produttori di vini di qualità, che a causa delle chiusure di ristoranti e bar, ne hanno risentito più di tutti”, ha detto Centinaio. L’occasione dell’incontro di questa mattina è stata anche la partecipazione del sottosegretario Centinaio alla presentazione del progetto per il Museo del Vino. Il vicepresidente di Veronafiere Matteo Gelmetti ha ricordato come Verona sia tra le dieci “Great Wine Capitals” mondiali, il network internazionale creato per promuovere l’enoturismo. “Vinitaly ci vede presenti mediamente con 40 eventi all’anno sui mercati di Nord Europa, Asia, Russia, Nord e Sud America”, sottolinea Gelmetti. “Anche in passato, nei momenti difficili del mercato, Veronafiere si è sempre rivelata al centro del sistema, esprimendo un ruolo determinante, e garantendo alle aziende tutti gli strumenti di riscatto e di rinascita derivanti dal know how espresso dal grande sistema di promozione che Vinitaly rappresenta in Italia e sui mercati internazionali. Per questo, guardiamo con molto interesse il progetto di realizzare, proprio nella location della Fiera di Verona, un Museo Italiano del Vino. Una iniziativa culturale che potrà valorizzare la vocazione enoturistica della città, con tutte le conseguenze positive in termini di indotto”.
Secondo l’Assessore all’Agricoltura della Regione Veneto, Federico Caner, il “Mu. Vin”, il Museo del Vino di Verona, che sorgerà, dunque, nelle ex Gallerie Mercatali (ex spazi del Mercato Ortofrutticolo), sarà “un’iniziativa di grande pregio che va nella direzione auspicata dalla Regione. Nella legge regionale che istituisce le strade del vino, il Veneto ha incluso i musei come strumento di promozione dell’offerta turistica integrata del territorio e valorizzazione della cultura materiale della vite e del vino espressa dalle sue comunità locali. La legge coglie in pieno il significato del sistema vitivinicolo veneto, frutto di storia, territorio e sapere umano, che ha saputo e continua a coniugare tradizione e innovazione per poter diventare il primo sistema produttivo in Italia e tra i primi sistemi al mondo. I musei del vino in sinergia con le 16 Strade venete del Vino e i percorsi istituiti dalla legge - ha concluso Caner - hanno il compito di raccontare le peculiarità che fanno di ciascun territorio un’esperienza unica, un laboratorio di idee sempre in fermento”. Un nuovo progetto che si annuncia importante, dunque, per una delle Regioni leader del vino italiano per export, volumi produttivi e non solo: “il 70% delle uve vendemmiate in Veneto va a Doc e Docg e solo l’8% a generico vino da tavola - ha detto l’assessore - il vino veneto rappresenta il 25% del totale del vino in Italia e il 30% del vino Doc e Docg dell’intero Paese. Sul fronte dell’export il Veneto detiene la quota del 36% delle esportazioni del vino italiano (2,3 miliardi di euro) con 1.850 aziende che esportano, che vuol dire quasi una cantina su due”.
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