“Ha ragione Obama quando dice che dietro un prodotto alimentare c’è tutta la storia di un territorio”. A parlare è il ministro delle Politiche Agricole, Luca Zaia che, nella sala stampa di Palazzo Chigi ha illustrato ai giornalisti il disegno di legge, appena approvato dal Consiglio dei Ministri, per il rafforzamento della competitività del settore agroalimentare.
Con il ddl ancora “caldo” nelle mani, il cui punto forte è il provvedimento sull’indicazione dell’origine per gli alimenti, il ministro fa subito riferimento alle recenti dichiarazioni del presidente degli Stati Uniti, Barak Obama che si è detto favorevole a questa misura per i prodotti alimentari “made in Usa”.
“Obama ha capito quello che noi da nove mesi andiamo sostenendo - ha aggiunto Zaia - e cioè che viene prima la nostra agricoltura e poi quella degli altri”.
Ma questo non deve far pensare che sul settore alimentare italiano si stiano addensando nubi protezionistiche. Per un “liberista convinto”, come si definisce lo stesso ministro, si tratta di tutelare la qualità e la sicurezza dei prodotti che finiscono sulle tavole dei consumatori.
“Per noi, qualità e sicurezza non sono un lusso - ha spiegato - devono essere uno standard e poi non possiamo pensare che sul nostro mercato ci siano prodotti che fanno concorrenza, sul piano del prezzo, a prodotti nostrani di qualità per i quali i prezzi sono già veramente al limite della copertura dei costi di produzione”.
Il pericolo, secondo Zaia, è quello di perdere l’identità dei nostri prodotti. In questo senso va il ddl che prevede di estendere ad una lista di prodotti, trasformati e non trasformati, l’indicazione dell’origine della materia prima e, per quelli trasformati, anche il luogo dell’ultima trasformazione sostanziale.
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