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IL MOVIMENTO TURISMO DEL VINO CERTIFICA LA QUALITA’ ENOTURISTICA: DA CANTINE APERTE (27 MAGGIO) A SENTINELLE DEL TERROIR

Italia
Enoturisti per "Cantine Aperte"

Le cantine aperte si evolvono in sentinelle del terroir e rilanciano l’impegno per la diffusione dell’enoturismo: è questo il nuovo messaggio che lancia il Movimento Turismo del Vino. “Dopo tanti anni di attività - spiega l’imprenditrice friulana Ornella Venica, presidente da qualche mese dopo che la fondatrice del Movimento Turismo del Vino Donatella Cinelli Colombini ha deciso di passare la mano - la nostra Organizzazione, che ha creato anche un evento di assoluto rilievo come Cantine Aperte (quest’anno in calendario il 27 maggio), ha sentito l’esigenza di fare un salto di qualità nell’offerta enoturistica. Ormai l’andare per cantine non è attività di pochi esigenti collezionisti di vino, ma è diventata una nuova forma di ricettività: oltre 3 milioni (di cui 800.000 in un solo giorno, per Cantine Aperte) sono le presenze di enoturisti in Italia in un anno, per un fatturato aggiuntivo stimato sui 3.000 miliardi; il cibo, e soprattutto il vino, è la seconda motivazione di incoming in Italia ed il primo motivo di soddisfazione dei turisti esteri nel nostro Paese. Per questo, il Movimento Turismo del Vino (che associa oltre 700 aziende vinicole di qualità ed è presente in tutti i terroir di maggior pregio) autorevolmente si candida alla funzione di guida dell’enoturismo attraverso due importanti iniziative (studio e promozione del marketing territoriale e certificazione di qualità enoturistica) ed un rinnovato programma di azione che punta sulla valorizzazione del patrimonio rurale, sull’affermazione del sistema della tipicità in stretto rapporto con il territorio ed il controllo di qualità sui terroir.

La prima iniziativa è lo studio e la promozione del marketing territoriale. Se ne è già parlato a Vinitaly (5/9 aprile): in un importante convegno, Donatella Cinelli Colombini, fondatrice del Movimento Turismo del Vino e attualmente responsabile del gruppo di lavoro ricerca e formazione, ha presentato, infatti, un’indagine condotta sulla capacità ricettiva delle cantine di Toscana e Friuli Venezia Giulia. Da questo studio si ha la conferma del crescente interesse per il turismo del vino, ma anche dell’incrementata sensibilità verso il turismo delle aziende vinicole (a livello nazionale, la ristrutturazione delle cantine, a fini turistici, interessa oltre il 20% delle aziende e nelle aree viticole più prestigiose la percentuale sale invece al 94%). Il marketing territoriale è dunque lo strumento di studio e di promozione dei distretti vitivinicoli d’eccellenza per sostenere al meglio l’implementazione di servizi lungo le strade del vino, gli itinerari enoturistici di e per eccellenza.

La seconda iniziativa è la certificazione di qualità enoturistica. Con questa azione, il Movimento Turismo del Vino intende sottoporre a certificazione di un ente terzo e assolutamente autonomo tutti i servizi offerti al turista da parte delle cantine. Il controllo di qualità e la conseguente certificazione sono le migliori garanzie che possono essere offerte al turista del vino nel momento in cui varca le soglie di una cantina. Così come per il vino si è alla costante ricerca della massima qualità, anche per la struttura ricettiva di cantina sono stati dettati degli standard qualitativi che vanno dalla possibilità di offrire al visitatore le migliori condizioni per la degustazione al trovare tutte le informazioni necessarie per conoscere al meglio il territorio. L’ospitalità da parte delle cantine è intesa come servizio al turista e come momento di diffusione culturale, non solo sul mondo del vino ma sulla civiltà e il patrimonio rurale che ruotano attorno alla cantina. I parametri qualitativi, l’articolazione del controllo e della certificazione sono già stati ipotizzati, sempre a Vinitaly, dalla presidente Ornella Venica e dai coordinatori dei gruppi di lavoro del Movimento Turismo del Vino.

Le cantine del Movimento Turismo del Vino si candidano insomma ad essere le sentinelle del terroir: “non è uno slogan ma un programma preciso, così come le cantine si sottoporranno alla certificazione di qualità - spiega la presidente Ornella Venica - così il Movimento Turismo del Vino vuole diffondere la cultura della qualità in tutti i soggetti protagonisti dell’accoglienza turistica nei distretti enologici di qualità e lungo gli itinerari delle strade del vino. Il progetto è di definire standard qualitativi omogenei, rispetto ai quali saranno fatte periodiche verifiche, per gli agriturismi, per i ristoranti, per gli artigiani, per i vettori, per le strutture pubbliche e private e per tutti gli operatori che insistono sui distretti vinicoli d’eccellenza e che costituiscono un sistema integrato di offerta turistica. Dal Movimento Turismo del Vino, che per primo ha formato le guide enologiche e che continuerà nell’opera di formazione professionale per operatori del turismo del vino, parte dunque la costruzione della certificazione di qualità enoturistica del territorio. Questa certificazione tiene conto dei fattori di tutela e valorizzazione del patrimonio ambientale e di quello paesistico monumentale, della ricettività, della fruibilità, della tipicità delle produzioni agroalimentari, della promozione territoriale. Con questa strategia le cantine si candidano ad essere il centro motore dell’offerta turistica, della valorizzazione e della promozione dei territori del vino. E tutto ciò partendo dal concetto di terroir che è alla base di una moderna enologia di qualità che affonda però le proprie radici nella cultura, nella storia, nella tradizione della civiltà e dei territori rurali. Primo fondamentale passo per la realizzazione di questo progetto sarà proprio l’alleanza strategica con i produttori ed i consorzi dei prodotti agroalimentari di qualità a marchio Dop e Igp per Cantine Aperte, in calendario il 27 maggio in 850 cantine in tutta Italia.

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