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IL NEW YORK TIMES “CONTRO” L’OLIO D’OLIVA “MADE IN ITALY” CON UN PEZZO INTITOLATO “EXTRA VIRGIN SUICIDE”, CHE ACCUSA, SENZA CITARE ALCUNA FONTE UFFICIALE, IL NOSTRO OLIO EXTRAVERGINE DI ESSERE SPESSO ADULTERATO E MESCOLATO CON OLII MENO NOBILI

Non Solo Vino
Le vignette apparse sul The New York Times

Il New York Times contro l’olio d’oliva “made in Italy” con un pezzo intitolato “Extra Virgin Suicide”, una parafrasi del titolo del primo film di Sofia Coppola, “The Virgin Suicide”, tradotto in italiano “Il giardino delle vergini suicide”, che accusa apertamente, senza citare alcuna fonte ufficiale, il nostro extravergine d’oliva di essere troppo spesso adulterato e mescolato con olii meno nobili. Una infografica interattiva a cura di Nicholas Blechman, sulla base del testo di Tom Mueller, che gestisce il blog “Truth in Olive Oil”, e autore del libro “Extraverginità” (http://www.nytimes.com/interactive/2014/01/24/opinion/food-chains-extra-virgin-suicide.html?_r=0) sostiene che gran parte dell’olio venduto come italiano viene in realtà da Spagna, Marocco e Tunisia, che viene “tagliato” con olio più scadente e persino con clorofilla per il colore, colorante e beta-carotene per il sapore, e trasportato al porto di Napoli, dove viene mescolato con altri olii scadenti, non di oliva. Quindi, poi, le bottiglie vengono marchiate con il simbolo dell’Extra vergine e del “made in Italy”. In Usa, secondo il New York Times, circa il 69% arriva adulterato. Il giornale ricorda che esiste un corpo speciale dei Carabinieri specializzato nella lotta alle frodi alimentari. Tuttavia sostiene che i test di laboratorio sono facilmente falsificabili e che la Polizia si basa sul semplice odorato. “Gli agenti regolarmente fanno dei raid contro queste raffinerie per cercare di mettere a regola il settore, tuttavia - sostiene il giornale - i produttori, grazie alle loro connessioni con politici potenti, sono raramente indagati dalla legge”. “Tutte queste frodi - conclude - hanno così fatto precipitare il prezzo dell’olio d’oliva. Produttori corrotti hanno rovinato sé stessi, commettendo di fatto una sorta di suicidio economico”.
Immediate le reazioni in Italia. “Le accuse del New York Times ci dicono che negli Usa il vero made in Italy è ancora sotto attacco - ha detto all’Ansa Massimo Gargano, presidente di Unaprol - ma dobbiamo vederci chiaro perché le accuse mosse al nostro made in Italy non riguardano il vero olio extra vergine di oliva prodotto in Italia bensì quello che viene spacciato fraudolentemente per made in Italy negli Usa e non solo. Quello della contraffazione è un problema che non riguarda solo l’olio ma anche pizza, e pasta che con l’italian sounding ci vanno a braccetto. In Italia e ora anche in Europa - sottolinea Gargano - dietro la spinta innovativa della legge Mongiello il parco dei giochi di prestigio si è drasticamente ridotto e chi non vuole adeguarsi si è spostato molto probabilmente all’estero, dove i controlli sono più blandi o dove non sanno cosa guardare e dove controllare. In Italia - aggiunge il presidente del consorzio dell’olio - grazie alla collaborazione con le istituzioni Unaprol ha formato negli ultimi 3 anni oltre 300 nuovi assaggiatori tra Carabinieri dei Nas, Nac, Corpo Forestale dello Stato, Guardia di Finanza e ispettorato centrale per il controllo della qualità e la lotta alle frodi. Le accuse al falso prodotto che viene spacciato non solo negli Usa ma anche ultimamente a Taiwan come made in Italy fanno male al vero made in Italy. Di tutto ciò e di come mettere in sicurezza il vero olio italiano discuteremo mercoledì mattina presso la sala stampa della Camera dei Deputati. Sarà anche un’occasione per fare luce su alcune zone d’ombra compreso un certo modo di fare informazione che a volte con un perfetto sincronismo accende i riflettori più per accecare che per fare luce”.
Dura la reazione di Coldiretti, secondo cui “le truffe dell’extravergine in Italia diventano fumetti sul New York Times dove si deridono gli inganni del falso Made in Italy che stanno provocando il “suicidio” della prodotto simbolo della dieta mediterranea. Il racconto riporta una realtà, purtroppo già nota e denunciata, di numerose frodi e contraffazioni come quella scoperta recentemente dalla Guardia di Finanza in Toscana che ha portato al sequestro di 8 milioni di bottiglie di olio di oliva destinato al mercato, con una origine e qualità diverse da quelle presentate. A fronte di questi fenomeni sotto il pressing della Coldiretti è stata approvata nel febbraio 2013 la cosiddetta legge “salva olio” che contiene misure di repressione e contrasto alle frodi e di valorizzazione del vero Made in Italy. Ancora oggi la legge non risulta pienamente applicata per l’inerzia della pubblica amministrazione e per l’azione delle lobby industriali denunciate dallo stesso New York Times, a livello nazionale e comunitario. Ora - continua la Coldiretti - c’è la possibilità in Parlamento nella discussione in corso sulla legge comunitaria di approvare uno specifico emendamento diretto ad rispondere alle osservazioni dell’Unione Europea ed a rendere operativa la norma, ripristinando tra l’altro il tappo antirabbocco a tutela del vero extravergine italiano anche nella ristorazione. L’Italia ha dunque l’occasione di ricostruire una credibilità internazionale e di salvaguardare il mercato di una primaria realtà economica, occupazionale ed ambientale contro il rischio di quello che il New York Times ha chiamato il suicidio del Made in Italy. L’Italia - continua la Coldiretti - è il secondo produttore mondiale di olio di oliva dopo la Spagna con circa 250 milioni di piante su 1,2 milioni di ettari di terreno ma è anche il principale importatore mondiale. Il fatturato del settore è stimato in 2 miliardi di euro con un impiego di manodopera per 50 milioni di giornate lavorative. Le esportazioni italiane di olio di oliva nel 2013 sono state pari a oltre 1,2 miliardi di euro e gli Usa - conclude la Coldiretti - rappresentano il principale mercato extracomunitario”.

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