Il Parlamento Europeo dà il via libera alla nuova riforma sulla Politica Comune della Pesca per il 2014, che punta a contrastare la pesca eccessiva e gli sprechi di risorse con il divieto di rigetto in mare. Ora tocca agli Stati membri approvarla formalmente. Secondo la deputata tedesca Ulrike Rodust (S&D): “la riforma affronta il più importante problema del settore ittico, vale a dire la continua pesca eccessiva”.
“Il Consiglio dell’Unione Europea - sostiene la Rodust - sarà ora costretto ad agire in modo sostenibile in sede di negoziazione delle quote di pesca”. I pescherecci dovranno sbarcare almeno il 95% di tutte le catture in base a un calendario per i diversi tipi di pesca, a partire gradualmente dal 2015. I pesci ributtati in mare, perché di specie o dimensioni non desiderate, infatti, rappresentano ad oggi un quarto del totale delle catture.
Tra le novità del pacchetto di riforma c’é l’obbligo per i pescatori di rispettare il “rendimento massimo sostenibile”, vale a dire pescare non più di quanto un determinato stock ittico possa riprodursi in un determinato anno. L’obiettivo è di ripristinare e mantenere le risorse del mare a livelli sufficienti per garantirne il rendimento sostenibile massimo.
Il principio delle sostenibilità si applicherà anche ai pescherecci dell’Unione che pescano al di fuori delle acque comunitarie: potranno infatti pescare solo i pesci in surplus dalle acque territoriali dei Paesi terzi. Chi non rispetta le regole può perdere sovvenzioni europee. Sul fronte commerciale, poi, i consumatori saranno meglio informati sul pesce che acquistano grazie ad etichette più dettagliate sulla zona di cattura o sul tipo di pesca.
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