Nonostante gli aumenti che hanno fatto schizzare il prezzo di caffè (+11,5%) e zucchero (+9,4%), la tazzina al bar resta decisamente conveniente. Secondo i dati al consumo diffusi dall’Istat, l’imprescindibile caffè al bar ha subito aumenti addirittura sotto il livello dell’inflazione: i baristi, in poche parole, non hanno voluto scaricare sul consumatore finale gli aumenti registrati sui prezzi delle materie prime.
Del resto, il prezzo del caffè è uno degli indicatori principali del costo della vita nelle nostre città, ed ogni aumento segna una sorta di svolta epocale. Chi, viaggiando, non si è mai accorto di come a Napoli (0,82 euro) costi meno che a Firenze (0,96 euro), e a Roma (0,80 euro) meno che a Milano (0,90 euro)? Simbolo delle differenze di un’Italia multiforme, ma saldamente unita da un rito quotidiano che si ripete in media 3 volte al giorno.
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