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Il Prosecco alla spina in Gran Bretagna fa arrabbiare i produttori. La querelle, che rischia di rivelarsi come una vera e propria frode, dal “Daily Mail” a “La Repubblica”, fino all’interrogazione al Parlamento Italiano

Italia
Il Prosecco alla spina in Gran Bretagna fa arrabbiare i produttori

C’è del marcio in Gran Bretagna. Come raccontano le pagine de “La Repubblica” di oggi, la bollicina italiana più bevuta all’estero, Inghilterra compresa, il Prosecco, paga lo scotto del proprio successo, visto che diversi pub e locali inglesi hanno pensato bene di cavalcare l’onda proponendo il Prosecco alla spina. Attraverso i social network, la notizia è arrivata fino al Veneto dove, come c’era da aspettarsi, è esplosa la polemica, con i tre consorzi di produttori che sono letteralmente insorti, intimando il rispetto delle modalità di erogazione, pena immediate azioni legali.
Ma la polemica non finisce certo alle pagine dei giornali, dove tutto è iniziato, con un articolo del “Daily Mail” che raccontava la nuova moda, anzi, arriva fino in Parlamento, dove il deputato del Partito Democratico e componente della Commissione Agricoltura, Michele Anzaldi, ha presentato un’interrogazione alla Commissione Agricoltura, chiedendo che “il Governo si attivi immediatamente con la Ue nei confronti del Regno Unito in difesa del Prosecco, alla luce delle somministrazione scorrette nei pub inglesi. Va chiarito se sono state prese misure, come sanzioni, e se non sia opportuno darne la massima pubblicità, per scongiurare ulteriori violazioni che danneggiano un comparto di eccellenza della nostra economia. Gli organi di informazione - continua Anzaldi - riferiscono che nei pub inglesi verrebbe venduto prosecco “alla spina”, secondo quella che si configura come una vera e propria frode. In tal caso, saremmo di fronte ad un abuso molto grave, perpetrato non in qualche Paese sperduto ma in uno dei principali Stati dell’Unione europea. È necessario che venga fatta chiarezza, per tutelare un prodotto italiano di eccellenza e un comparto in grande ascesa, premiato proprio in questi giorni dalla stampa internazionale per il boom di Prosecco negli Stati Uniti. Tra l’altro, visto che nei giorni scorsi - conclude il deputato - il Governo ha annunciato l’investimento da 261 milioni per la comunicazione in difesa del made in Italy all’estero, si potrebbe partire subito con una campagna di informazione, perché una cosa è bere prosecco, marchio registrato e protetto, un’altra è bere pseudo-vino con aggiunta di anidride carbonica, come sembra essere quello servito nei pub inglesi”.

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