Ormai da tempo, nell’ambiente enoico, c’è chi profetizza una “morte delle guide” del settore: il Seminario Permanente Luigi Veronelli, intitolato al maestro italiano, impegnato tutta la vita nella valorizzazione e nella diffusione del patrimonio enogastronomico italiano, in controtendenza, crede fermamente nella loro funzione culturale, ma sostiene la necessità di superare “un certo modo” di redigerle. Guide e testate specializzate devono proporre una lettura originale e qualificata degli atti alimentari, valutazioni fondate su argomentazioni solide oltre che sulla massima trasparenza e imparzialità. Non c’è dubbio che Veronelli abbia influenzato il mondo e la cultura del bere e del mangiare bene. La sua passione, da sempre indirizzata verso la diffusione del sapere in materia di enogastronomia, in particolare quella italiana, ha fatto in modo che questo settore crescesse e crescesse sempre di più, raggiungendo il posto che ha oggi nella società e anche nell’economia. E lo ha fatto anche grazie alla critica, suo tratto caratteristico, e “ruolo” che lo ha reso uno dei critici più famosi e rispettati del panorama italiano per decenni. E che adesso, non si può che immaginare, sarebbe fiero di condividere il nuovo progetto del Seminario, che per trasmettere alle nuove generazioni il punto di vista, i valori e la sensibilità appresi dal suo Fondatore, in partnership con Fondazione Giorgio Cini, aveva dato vita nel 2018 all’Alta Scuola Italiana di Gastronomia Luigi Veronelli, luogo di studio e di formazione dedicato alla civiltà della terra e della tavola, e che adesso si pone come obiettivo quello di selezionare i “redattori di domani” della Guida Veronelli, da “Camminare le vigne: luoghi, persone e cultura del vino italiano”, il primo corso di perfezionamento al via a Venezia, sull’Isola di San Giorgio Maggiore, il 25 maggio. Il corso si articola in 180 ore totali, distribuite nell’arco di un semestre, e coinvolge una faculty di oltre 30 prestigiosi docenti tra professori universitari, agronomi, enologi, filosofi, storici dell’arte, esponenti del mondo della cultura, produttori e giornalisti. Tutti, al lavoro anche per formare una nuova generazione di critica enologica.
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