Per il Chianti Classico, territorio icona della Toscana, in cui nasce uno dei vini italiani più famosi nel mondo, è più vicino il riconoscimento Unesco. Grazie alla bellezza di un unicum che racconta secoli di storia e “antropizzazione illuminata”, e armoniosamente stratificata, fino ad oggi, di quel paesaggio ancora intatto, e, al tempo stesso, produttivo ed operoso, che si dispiega tra la Firenze del Rinascimento e la Siena del Medioevo: il “sistema delle ville-fattoria del Chianti Classico” è stato, ufficialmente, inserito nell’elenco della “lista propositiva” italiana dei siti candidati a Patrimonio dell’Umanità.
Si tratta del primo, importante passo nel percorso per raggiungere il prestigioso riconoscimento da parte di un territorio che è “archetipo” della Toscana, e che abbiamo raccontato anche in questo video. Non solo paesaggi unici e inconfondibili, storia e cultura, arte rinascimentale: il Chianti Classico è un distretto che, con il vino come perno intorno al quale ruotano olio, agricoltura di qualità, ristorazione, accoglienza e non solo, ha un valore stimabile intorno ad 1 miliardo di euro. Sono oltre 7.000 gli ettari a vigneto, con una produzione media annua tra 35 e 38 milioni di bottiglie che vanno in 160 Paesi del mondo. Il fatturato del Gallo Nero ha fatto registrare, nel 2022, un +17% sul 2021, +46% sul 2020 (dati: Osservatorio Maxidata per il Consorzio del Chianti Classico), con la crescita delle bottiglie vendute che si attesta su un +6% sempre sul 2021.
La proposta di candidatura a sito Unesco, avanzata dalla Regione Toscana, è stata ideata e curata dalla Fondazione per la Tutela del Territorio del Chianti Classico Ets, guidata dalla Presidente Tessa Capponi Borawska, con unanime condivisione di tutte le amministrazioni comunali del territorio. Lo studio, ripreso nel 2019 sotto la guida della responsabile scientifica professoressa Paola Eugenia Falini, si basa non solo sulla conoscenza approfondita dell’ampia letteratura di settore, ma anche su numerose e specifiche osservazioni sul campo, che hanno messo in luce sempre più chiaramente i caratteri di unicità che identificano il territorio del Chianti Classico in maniera inequivocabilmente distintiva.
“La Fondazione - racconta la presidente Tessa Capponi Borawska - ha organizzato scrupolosamente e con rigore scientifico tutta l’analisi preliminare alla presentazione della richiesta formale di inserimento nella lista propositiva italiana. Colgo l’occasione per ringraziare la Regione Toscana, i sindaci del territorio, per la loro attenzione e visione, e tutti gli altri soggetti coinvolti, che con il loro sostegno hanno reso possibile un percorso ambizioso verso un obiettivo che posso solo definire come bene comune per la nostra regione e per il nostro Paese, non solo per il territorio del Chianti Classico. È con grande entusiasmo che adesso proseguiremo i lavori per la presentazione del dossier finalizzato all’ottenimento dell’ambito riconoscimento a Patrimonio dell’Umanità”.
“Un passaggio molto atteso di cui sono felice, risultato di un impegno attento e scrupoloso - ha detto il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani - questa tappa adesso ci dà rinnovato entusiasmo per proseguire a lavorare di concerto come abbiamo fatto finora. Il Chianti Classico, una delle immagini iconiche della Toscana nel mondo, rappresenta di per sé un valore culturale della nostra regione e del nostro Paese, e con l’iscrizione al patrimonio Unesco potrà esaltare a pieno titolo il suo ruolo. Per farlo possiamo contare sulla capacità di questo territorio di fare rete e sulla sua storica vocazione a produrre crescita e sviluppo attraverso la collaborazione, l’unione di risorse e una visione aperta e condivisa del futuro, presupporti che ci danno la forza e l’energia per continuare il percorso”.
Un passo avanti, dunque, per quel paesaggio di impareggiabile bellezza, che Piero Antinori, produttore più ammirato dell’Italia enoica, ha definito “un paradiso terrestre per produrre vino”.
Copyright © 2000/2024
Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit
Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024