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Il tartufo italiano candida la sua “Cultura” a Patrimonio Unesco, tributo alla sapienza da secoli tramandata dai cercatori. Ma dalle Langhe parte l’Sos per le tartufaie a rischio estinzione. Se ne parla alla “Fiera del Tartufo di Alba” (da 8 ottobre)

Non è un caso se l’immagine 2016 della “Fiera Internazionale del Tartufo Bianco d’Alba”, all’edizione n. 86, dall’8 ottobre al 27 novembre, sullo sfondo delle Langhe Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco, è un albero. È la metafora del paesaggio nel quale nasce e si riproduce il Tuber Magnatum Pico e legame imprescindibile con la natura, perché è tramite la simbiosi con le radici che il tartufo può svilupparsi e prosperare. Con l’edizione 2016 la Fiera, che sarà aperta il 7 ottobre dal Presidente del Senato Pietro Grasso, “ha intrapreso un percorso che nei prossimi anni condurrà a ridurre sensibilmente il proprio impatto ambientale, una fiera green che si impegna a contenere i rifiuti immessi al consumo, aumentare la raccolta differenziata, formare gruppi di eco-volontari”. Ma mentre le Città del Tartufo e il Centro Nazionale Studi Tartufo, con il supporto dell’Università degli Studi di Scienze Gastronomiche di Pollenzo e l’Università di Siena, ha lanciato la candidatura della “Cultura del Tartufo” a Patrimonio Immateriale dell’Umanità dell’Unesco, tributo alla sapienza da secoli tramandata dai cercatori, quell’albero sembra anche ricordare che il suo paesaggio naturale si riduce di anno in anno, tra abbandono, cambiamenti climatici, uso di diserbanti chimici, monocoltura e deforestazione, tanto che il Centro Nazionale Studi del Tartufo, in collaborazione con l’Ente Fiera, l’Unione delle Associazioni Trifulau Piemontesi e il progetto Save the Truffle, hanno lanciato il crowdfunding “Breathe the Truffle” per salvare le tartufaie a rischio del Sud del Piemonte, che in poco più di una settimana ha raccolto oltre 10.000 euro (fino al 31 dicembre su www.breathetruffle.fieradeltartufo.org).
“Breathe the Truffle rappresenta il primo esempio a livello mondiale di crowdfunding legato alla difesa del Tartufo Bianco d’Alba, il prodotto della terra che più di ogni altro rappresenta il territorio di Langhe, Roero e Monferrato - spiega Liliana Allena, presidente dell’Ente Fiera - chi sta donando è animato da una profonda e autentica sensibilità ambientale legata alla rarità e l’eccezionalità del Re dei Funghi, ma anche alla consapevolezza di contribuire in modo diretto e attivo alla tutela di uno degli ambienti naturali e paesaggistici più particolari al mondo, un bene collettivo che l’Unesco ha riconosciuto Patrimonio Mondiale dell’Umanità e che tutti siamo chiamati a difendere per la sua bellezza e unicità”. I primi donatori, spiega una nota, sono stati, infatti Antonio Degiacomi, presidente del Centro Studi Nazionale del Tartufo, Associazione Commercianti Albesi, Banca d’Alba Credito Cooperativo, Centro Nazionale Studi del Tartufo, Confartigianato Cuneo, Consorzio Turistico Langhe Monferrato Roero, Galup Panettoni, Idrocentro, Manufatti Sant’Antonio, Consorzio di Tutela e Promozione del Crudo di Cuneo, Rivista Idea e Rw Comunicazione.
Lo stesso Degiamo, spiega all’Ansa, che quella del tartufo “è una candidatura nazionale portata avanti dall’associazione dei territori a vocazione tartufigena. Non è pertanto né una candidatura di prodotto né geografica, ma un tributo ad una sapienza immateriale tramandata da secoli”. Nei primi mesi del 2017 il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali dovrà valutare la candidatura che ha tra gli obiettivi, ha detto Degiacomi, “anche il rilancio di aree potenzialmente tartufigene e il ritorno in produzione di alcune tartufaie. La cosa interessante di queste candidature alla Lista del Patrimonio Immateriale è il fatto che aiutano una comunità ad avere consapevolezza del sé e delle proprie potenzialità. Nelle Langhe - ha esemplificato - è stato calcolato che per una ’grattata’ di bianco, circa 5 grammi, arrivano 25-30 turisti del gusto. Con una ricaduta economica diretta e indiretta. Un obiettivo che lega in questa candidatura territori da Nord a Sud, superando ogni campanilismo nell’unico Paese a vantare da secoli, come documentano atti dei Savoia e di alcuni duchi nel Sud, sia il tartufo bianco che il nero”.

Tutti temi di cui si parlerà alla Fiera di Alba, che ha il suo clou nel Mercato Mondiale del Tartufo Bianco, ma che si caratterizza per una serie di appuntamenti che valorizzano l’intero territorio di Langhe, Roero e Monferrato, le sue eccellenze enologiche, storiche, imprenditoriali e culturali. Si va infatti dalle mostre d’arte su Giacomo Balla, Francesco Clemente, Mario Lattes, Lucio Fontana e Gillo Dorfles, alla prima mostra in Italia dedicata alla cucina italiana d’autore e ai suoi protagonisti: “Regine & Re di Cuochi”. E poi l’“Alba Truffle Show”, un grande contenitore di eventi culturali ed enogastronomici che vedrà alternarsi personaggi dello spettacolo, chef internazionali e cuochi del territorio, scrittori e artisti. E ancora la musica, le attività per i più piccoli con l’Alba Truffle Bimbi “Green” e le esperienze sensoriali delle Wine Tasting Experience, degustazioni dedicate al patrimonio vitivinicolo di Langhe e Roero e l’Analisi Sensoriale del Tartufo.

Info:
www.fieradeltartufo.org

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