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Il vino al centro del grande tema della sostenibilità, nel “Sustainability of Well-Being International Forum” di Firenze: il settore, al top sul fronte qualitativo, adesso deve concentrarsi sui processi produttivi e sul rispetto per i territori

“Per le imprese italiane del vino la sostenibilità deve rappresentare non solo un vincolo, ma una opportunità competitiva. Per questo è fondamentale che esse adottino strategie di diversificazione funzionale”. Parola di Silvio Menghini, docente di economia ed estimo rurale all’Unicesv (Centro Universitario di ricerca per lo sviluppo del settore vitivinicolo) dell’Università di Firenze, che introduce così il vasto tema della sostenibilità del benessere, al centro del “Sustainability of Well-Being International Forum” (Swif, www.florenceswif.org), di scena a Firenze, da ieri a domani, che oggi ospita un’intera sezione dedicata al vino. A coordinare i lavori, il professor Vincenzo Gerbi, docente di Enologia ed Enografia all’Università di Torino e membro dell’Aissa - Associazione Italiana Società Scientifiche Agrarie e Larry Lockshin, della University of South Australia Business School, ma nel comitato scientifico di Florence - Swif c’è anche Luigi Moio, docente di enologia all’Università di Napoli Federico II.
Nella tavola rotonda che, domani, chiuderà i lavori, “Sustainability of Well-Being: Towards the future”, ci sarà invece uno dei personaggi più rappresentativi del mondo del vino, Piero Antinori, presidente della Marchesi Antinori.
Perché il vino tra i temi trattati? Perché il settore, sul fronte della qualità, ha raggiunto un livello di massimo sviluppo, considerando che nel 2013 oltre il 73% della produzione nazionale rientrava in una delle oltre 520 denominazioni. In futuro, quindi, più che su nuove Doc occorre lavorare su quelle esistenti. Con tali denominazioni si può legare la qualità del prodotto all’unicità del luogo e del metodo di produzione.
“Valorizzare il prodotto tipico - continua Menghini - è fondamentale per contrastare gli effetti estremi della globalizzazione che conduce a delocalizzare i processi produttivi e al declino di un territorio”. A livello di mercato, il sistema vino si sta dimostrando maturo nel voler essere più responsabile nelle scelte di indirizzo produttivo, ma il consumatore deve fare altrettanto nelle proprie scelte d’acquisto: “è sostenibile anche un giusto approccio al consumo di vino. E di questo aspetto comunicativo - conclude Menghini - è lo stesso settore che deve farsi carico”.

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