“Il vino è l’emblema delle nostre tradizioni, della storia, della cultura e del lavoro”. Parole, pronunciate il 9 aprile 2010, dal primo Presidente della Repubblica Italiana ad omaggiare il vino con la sua presenza, a Vinitaly. La prima volta per un Capo dello Stato nell’evento più importante del vino italiano, fu quella di Giorgio Napolitano, inquilino del Quirinale dal 2006 al 2015, Senatore a vita e Presidente Emerito, che si è spento oggi, a Roma, alla veneranda età di 98 anni, dopo un lungo ricovero in una clinica della città.
Successore di Carlo Azeglio Ciampi e predecessore di Sergio Mattarella (anche lui presente a Vinitaly, nel 2016, per l’edizione n. 50 della fiera, ndr), più volte Napolitano è stato a diretto contatto con il mondo del vino, da Presidente della Repubblica. Come nel 2008, quando ricevette al Quirinale una delegazione delle “Città del Vino” e appoggiò l’idea di un 2009 come “Anno del Turismo del Vino in Europa” (anche WineNews era presente all’evento), e poi le Donne del Vino, nel 2011, e suo fu il messaggio di apertura del Congresso di Assoenologi n. 69, nella Comunità di San Patrignano, nel 2014.
“Una volta c’erano le regioni del vino - disse Napolitano nel 2016, a Vinitaly - oggi il vino è un’eccellenza in tutte le regioni d’Italia. Il vino è un emblema delle nostre forti tradizioni, della storia, della cultura e del lavoro. Ed è anche l’emblema della forza delle diversità nell’unità, perché le differenze sono fondamentali per non rischiare di appiattirsi su identità che non ci appartengono, sono punti di confronto e di stimoli che spingono tutto il sistema, in sinergia, a migliorarsi. E con questa unità il vino italiano deve muoversi insieme per non perdere le posizioni di eccellenza che ha conquistato e per guadagnarne di nuove”. Parole attuali allora come oggi, in cui l’Italia ed il mondo del vino salutano il Presidente Emerito della Repubblica Italiana, Giorgio Napolitano.
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