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IL VINO GUIDA LA RINASCITA DELL’AGRICOLTURA ITALIANA … ED IL TURISMO ENOGASTRONOMICO DIVENTA “STILE DI VITA”

Italia
Una visita guidata in una storica cantina toscana

Il rinascimento dell'agricoltura italiana passa dal vino. Pensateci: appena tre lustri fa si era di fronte a simili e più gravi emergenze, ed oggi, con orgoglio, l’Italia è prima nel mondo. Non solo per quantità, ma anche per qualità media; non solo per tecnica di vinificazione, ma anche per capacità di coltivazione. Ed il nostro primato qualitativo ha una ragione antica e profondissima: la cultura enoica. Che poi significa concordanza con l'ambiente e rimembranza delle tradizioni; conoscenza tecnica e coscienza produttiva; rispetto del sé rurale. Ciò nel vino è stato possibile per due fondamentali ragioni: la prima è che il vino non è solo produzione agricola, ma è fascinazione, valore immateriale, è storia e fatica ma soprattutto “piacere”, è tecnica e poesia, scienza e conoscenza; la seconda ragione è che si è stretta un'alleanza ideale tra chi il vino lo produce e chi il vino lo apprezza. Certo le bottiglie italiane sono diventate di moda, ma la moda è l'effetto, non la causa del nostro rinascimento enoico. La capacità di fascinazione del vino ha fatto sì che il degustare sia diventato stile di vita che vuol dire riscoprire dentro una buona bottiglia i valori della cultura rurale. Il turista del vino è il primo protagonista di questo rinascimento: le cantine si sono aperte per sostanziare quel patto fiduciario tra produttore e consumatore senza il quale lo spazio dell'agricoltura diventa residuale.

Ecco, allora, che, alla luce di questa tendenza, il Movimento Turismo del Vino, proprio di recente, ha confermato l’esigenza di coltivare tre obiettivi alti e indispensabili: la valorizzazione del patrimonio rurale, l'affermazione del sistema della tipicità in stretto rapporto con il territorio ed il controllo di qualità sui terroir. Le ragioni di questi obiettivi sono percepibili a tutta prima, ma le motivazioni nascono dalla intrinseca valenza del turismo.

Che significa oggi essere turisti ? Non semplicemente divagarsi: significa fare della curiosità un valore positivo e significa coltivare aspirazioni e desideri e soddisfarli. E la diversità nel caso della cantine che si aprono sta nel prendere cognizione diretta dell'essenza del vino. Conoscendo il prodotto, ma soprattutto apprezzando il terrori, il turista del vino diventa attore del vino. Non è più solo consumatore o degustatore, diventa coprotagonista della creazione del vino. E' da questa esperienza che nasce la fascinazione del vino: l’intimo legame con il terroir, che non è soltanto natura fisica del terreno dove la vite è coltivata, ma è espressione di cultura rurale, nel senso delle umane attività che nei secoli su quel territorio si sono stratificate, in ciò comprendendo ed esaltando anche il patrimonio paesistico-monumentale, e che hanno originato culture, nella percezione complessiva dei sapori, dei colori, dei profumi di una terra.

E' da questo complesso culturale che nasce l'esigenza e la proposta del Movimento Turismo del Vino “di diventare centro del sistema rurale”. “Ma per farlo è necessario - spiega la presidente del Movimento del Turismo del Vino, Ornella Venica - costruire nel turista e nell'attore del distretto rurale una consapevolezza nuova: così, nasce l’esigenza di creare un'alleanza tra le cantine ed i prodotti agroalimentari di qualità, che abbiamo in loro gli stessi valori - non soltanto organolettici, ma culturali - dei grandi vini italiani. Insomma, si deve costruire un sistema di servizi e di relazioni che consentano al turista di fruire al meglio di un territorio, ma anche un sistema di controlli di qualità che riguarda tutto il sistema del turismo rurale, che oggi trova un strumento e un percorso di estrinsecazione nelle strade del vino. Insomma, una “certificazione di qualità territoriale” indispensabile per consolidare quel patto fiduciario che lega il mondo rurale con il consumatore che diventa turista e coprotagonista della valorizzazione della civiltà rurale”.

E' una sfida alta, ma possibile, oggi che i turisti del vino sono in Italia più di tre milioni. Possibile perchè la qualità del cibo e del vino italiano sono al secondo posto di motivazione di viaggio verso l'Italia e al primo posto come elemento di soddisfazione dei turisti stranieri che arrivano nel nostro Paese. Possibile perchè la ricerca del tipico, del genuino, del naturale è diventata non solo esigenza indefinita, ma consapevolezza diretta che incardina uno stile di vita che è quello del benessere e dell'armonia con il naturale.

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