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IL VINO ITALIANO? PUR TRA LE DIFFICOLTA DELLA CRISI È IN BUONA SALUTE, CON FATTURATI PREVISTI IN AUMENTO NEL 2011, GRAZIE AL VOLUME, MA ANCHE AL RECUPERO DEI PREZZI. LO DICE LO STUDIO DI BANCA MONTE DEI PASCHI DI SIENA

Italia
Vino: difficoltà sì, crisi vera no. Lo dice uno studio della Banca Mps

La crescita dell’export compenserà ampiamente le difficoltà del mercato interno, tanto che il 70% dei produttori italiani si aspettano, per il 2011, fatturati in crescita: è il sentiment positivo che emerge dal Rapporto “Tendenze e prospettive della filiera vitivinicola” della Banca Monte dei Paschi.

Secondo il 40,5% delle cantine coinvolte nel Rapporto, la crescita sarà addirittura superiore al 5% sul 2010, con un aumento atteso soprattutto al Sud e in Toscana. E la notizia positiva è che questa ripresa non sarà dovuta solo ad un aumento dei volumi, ma anche ad una dinamica dei prezzi che il 47%, prevede in crescita, soprattutto per i prodotti di fascia medio-alta e di qualità. Fondamentale, come detto l’export, non solo nei tre mercati che, da soli, assorbono il 60% del nostro vino (Germania, Usa e Inghilterra), ma soprattutto da Russia e Cina, nonostante una contrazione di consumi a livello mondiale.

Secondo la ricerca, inoltre, le cantine, pur avendo visto una contrazione dei fatturati nel periodo più acuto della crisi, hanno conservato un buon margine operativo, superiore al 5%. Nessun settore produttivo ha fatto meglio e, anche dal punto di vista dell’indebitamento, i vignaioli sono quelli che danno meno grattacapi al credito.

Peraltro, l’Italia nel settore vino continua ad incrementare i volumi di vendita all’estero (oltre 20 milioni di ettolitri) e i fatturati: sfondato, nel 2010, il muro dei 4 miliardi di euro.

Ma non mancano i problemi: continuiamo ad estirpare vigneti (la superficie vitata è passata sotto gli 800.000 ettari) e compriamo troppo vino sfuso dalla Spagna. E questo perché ormai la nostra produzione è concentrata per oltre un terzo sui vini a denominazione, per un terzo sui vini Igt e solo per un 30% sui vini comuni. Il che significa che facciamo solo qualità.

Ma, tutto sommato, il comparto sembra godere di buona salute. E Mps, che ha elaborato - proprio come si fa con la Borsa - un suo super-indice, l’Mps Wine Index, che misura la competitività del sistema, sostiene che è previsto un recupero dei prezzi dei vini italiani a denominazione più venduti del 7% fino ad agosto 2011 e del 9% medio, sotto l’ipotesi di una prosecuzione del recupero dell’economia mondiale del 4,4% sul 4,8% atteso per il 2010 e di un cambio euro dollaro all’1,35 per il 2011.

Come dire, in cantina, c’è un’ Italia che va. E questo è il vero primato.

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