Il primato del vino italiano in Usa non è in discussione, il 30% di mercato del vino straniero che ha può essere anche migliorato, a patto di muoversi uniti, e di continuare a diffondere la bellezza del life style made in Italy nel suo complesso. Ecco il sentiment che emerge da Vinitaly Tour Usa, che ha fatto tappa a Washington e New York. “Lo sforzo di Vinitaly per la promozione all’estero è importante, e il vino italiano nel suo insieme deve crederci - dice a WineNews Ettore Nicoletto, ad Santa Margherita e presidente de “L’Italia del Vino” - anche perché ci attendono tante sfide. Come il riposizionamento verso l’alto del prezzo che dobbiamo riuscire a fare, anche perché l’aumento dei prezzi della materia prima, che in parte si trasferirà al consumo, non è dovuto al meteo di quest’anno, ma è strutturale. Va valorizzato il made in Italy nel suo complesso, di cui il vino è uno dei prodotti top”. Anche raccontando storie che altri competitors non hanno. Come quella dei “vini dei vulcani” su cui ha puntato il Consorzio del Soave, con “Volcanic Italy - an exploration of the explosive white wines of Soave and Etna”. E gli Usa apprezzano: nel 2010 +20% in valore e volume sul 2009 per le cantine del Soave.
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