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MIBD E WINENEWS

Il vino toscano sulle tavole di Pechino: Chianti Classico, Brunello di Montalcino e Chianti al top

Tra i brand più amati Ruffino, Col d’Orcia, Antinori, Banfi, Ornellaia, Casanova di Neri, Biondi Santi, Mazzei, Rocca delle Macìe e Tenuta San Guido
ANTINORI, BANFI, BRUNELLO DI MONTALCINO, CHIANTI, CHIANTI CLASSICO, CINA, COL D'ORCIA, FINE WINE, ITALIAN WINE, PECHINO, RISTORAZIONE, RUFFINO, Mondo
Pechino, focus sul vino di Toscana nell’alta ristorazione

Solo qualche giorno fa vi avevamo raccontato (qui) lo stato dell’arte del vino italiano nell’alta ristorazione di Shanghai, città di riferimento per i consumi enoici di tutta la Cina, sia per dimensioni che per capacità di spesa, da cui emergeva come sugli scudi, dietro ai mostri sacri di Francia, ci siano brand come Gaja, Antinori, Tenuta San Guido ed Ornellaia, mentre tra le denominazioni spiccano Toscana Igt, Barbaresco, Barolo, Brunello di Montalcino, Bolgheri ed Amarone della Valpolicella. Con l’approfondimento di WineNews sui dati dello studio MiBD “Wines in Beijing Restaurants” andiamo invece nella Capitale, Pechino, dove siamo in grado di offrire un’analisi più dettagliata ed approfondita, che ci rende un quadro sfaccettato ed interessante.
Prima di tutto, nei 158 locali esaminati ci sono in media 65,3 referenze, con 45,3 vini rossi, 22,5 vini bianchi e 1,8 vini rosé: tra tutti questi, 5,9 sono etichette toscane, in lista nel 6% dei locali della capitale, e 3,2 sono a base Sangiovese, che rappresenta l’81% dei vini toscani nell’alta ristorazione di Pechino.
In termini varietali, al top troviamo Cabernet Sauvignon, che rappresenta il 14% di tutti i vini in carta), Chardonnay (15%), Syrah (9%), Suavignon (8%), Riesling(8%), Pinot Nero (9%), Merlot (5%), Pinot Grigio (3%), Malbec (3%) e Carmenère (1%). Per quanto riguarda le annate in carta, il 17% delle etichette è della 2013, l’11% della 2011, il 12% della 2012 ed il 15% della 2014, mentre per quanto riguarda la Toscana il 24% delle bottiglie sono della vendemmia 2011, il 14% della 2012, il 15% della 2013, il 12% della 2014 ed il 17% della celebratissima 2010. Spostando l’attenzione sui prezzi, la fascia più rappresentativa è quella sopra i 250 euro a bottiglia, dove troviamo il 17% dei vini in carta, quindi la fascia 50-65 euro (11%) e quella tra i 65 ed i 75 euro (9%), con i vini della Toscana che si dimostrano decisamente performanti: la fascia sopra i 250 euro pesa infatti per il 19% dell’offerta, quella 50-65 euro per il 9% e quella tra i 100 ed i 115 per l’8%.
Un altro aspetto interessante riguarda il numero di produttori presenti da ogni Paese, che vede la Francia prevedibilmente in cima con 870 produttori (per il 36% dei vini in carta), seguita da Italia (381, il 20% di tutte le bottiglie), Australia (178 e 10% dei vini), Spagna (214 produttori e 7% delle etichette) e Cile (93 produttori e 5% delle bottiglie). Per quanto riguarda invece le Regioni di provenienza, in vetta troviamo Bordeaux, presente nel 53% delle liste, quindi Marlborough (47%), South Australia (45%), Mendoza (43%) e Toscana (34%): tra le cui denominazioni spicca il Chianti Classico, presente nel 27% dei locali con 1,9 referenze di media, seguito da Brunello di Montalcino (26% e ben 3,2 referenze in carta), Chianti (24% e 1,4 etichette), Bolgheri (16% e 2,1 referenze), Rosso si Montalcino (14% e 1,5 etichette) e Nobile di Montepulciano (6% e 1,2 referenze). Infine, i produttori più presenti con i loro vini, classifica che vede al primo posto Penfolds, che troviamo nel 29% delle carte, seguito da Lafite Rothschild (22%), Louis Jadot (21%), E. Guigal (19%) e Latour (18%). Tra brand di Toscana, Ruffino è il più presente (nel 14% dei locali, con 1,2 etichette ed un prezzo medio di 80 euro a bottiglia), quindi Col d’Orcia (nell’11% dei ristoranti, con 1,7 etichette, ad un prezzo medio di 177 euro), Antinori (nell’11% dei ristoranti, con 1,8 etichette, ad un prezzo medio di 150 euro), Banfi (nel 9% dei ristoranti, con 1,3 etichette, ad un prezzo medio di 220 euro), Ornellaia (nell’8% dei ristoranti, con 1,2 etichette, ad un prezzo medio di 380 euro), Casanova di Neri (nel 7% dei ristoranti, con 1,8 etichette, ad un prezzo medio di 315 euro), Biondi-Santi (nel 6% dei ristoranti, con 1,6 etichette, ad un prezzo medio di 480 euro), Mazzei (nel 6% dei ristoranti, con 1,2 etichette, ad un prezzo medio di 103 euro), Rocca delle Macìe (nel 6% dei ristoranti, con 1,3 etichette, ad un prezzo medio di 93 euro) e Tenuta San Guido (nel 6% dei ristoranti, con 1,1 etichette, ad un prezzo medio di 565 euro).

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