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IL VINO TRANSGENICO TIENE BANCO ALLA PRIMA DEL "SALONE DEL GUSTO"

"Arrivare al Barolo transgenico, o a un altro vino transgenico è un falso d'autore, come la copia di un Caravaggio". Così, oggi, a Torino, all'inaugurazione del Salone del Gusto, il ministro per i Beni Culturali e Ambientali Giovanna Melandri ha "bocciato" il via libera di Strasburgo alla "moltiplicazione vegetativa della vite". Per la Melandri "quello che arriva da Strasburgo, è un segnale politico, culturale che deve far riflettere. È un segnale di intenzione, ma non è ancora un via libera. Il Governo italiano è contrario e lo ha già espresso". Dello stesso avviso anche il ministro per le Politiche Agricole, Pecoraro Scanio: "ritengo molto grave il parere del Parlamento Europeo e annuncio che mi attiverò per bloccarlo in sede di consiglio dei ministri agricoli. L' Italia lo farà insieme alla Francia, alla Spagna, al Portogallo, a quei Paesi cioè, dove è in aumento la produzione di vino doc. L' Italia non può accettare la viticoltura transgenica. Spesso si dice che il transgenico viene adottato per risolvere i problemi delle produzioni in difficoltà, ma questo non può certamente valere per la produzione viticola italiana. In questo settore, che va bene, l'arrivo del transgenico farebbe solo del danno". Importante anche un altro parere, quello di Daniele Cernilli, curatore della "Guida ai Vini d'Italia", che proprio oggi ha presentato al Teatro Regio i "Tre Bicchieri", ovvero i vini migliori d'Italia del 2001 per Gambero Rosso-Slow Food (già: "un provvedimento che va verso la standardizzazione dei vini e che rischia di stravolgere le nostre produzioni tradizionali.Tutti i nostri vini tipici potrebbero essere stravolti, visto che ci saranno chicchi d' uva inattaccabili, qualunque sia il terreno o l' andamento climatico e che daranno luogo ad un prodotto di tipo industriale. Così i vitigni, che proprio sul loro patrimonio genetico fondano il loro sapore (è infatti questo il motivo per cui, ad esempio, un Sangiovese è diverso da un Barolo), perderanno le loro peculiarità". Sempre ieri, inoltre, i presidenti di 16 regioni hanno firmato una sorta di "magna Charta" a favore della tutela dei prodotti tipici: un evento che rappresenta un grande passo in avanti nel processo di superamento di quella concezione secondo cui prodotti tipici e vino non sarebbero altro che qualcosa di folcloristico, invece che un pezzo di cultura dei nostri Paesi e dei nostri territori.

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