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LA REAZIONE

#Ilvinononsiferma: lettera aperta dei vignaioli italiani (oltre 300 firmatari) alla filiera

Si chiedono lealtà e condivisione per superare la crisi. “Chiediamo il pagamento delle forniture del 2019. Non accetteremo richieste e pratiche sleali
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#Ilvinononsiferma: lettera dei vignaioli italiani (oltre 300 firmatari) alla filiera

Se alcuni, nella variegata e frammentaria filiera del vino, riescono a respirare un po’, in questi tempi difficilissimi, attraverso gdo ed e-commerce, per altri, moltissimi, forse i più, la ferma della gdo pesa di più. Senza contare che, male atavico del settore del vino italiano, tante realtà devono vedersi pagato ancora il vino venduto ben prima che scoppiasse l’emergenza coronavirus. E così, al motto di #ilvinononsiferma, oltre 200 vignaioli di tutta Italia, hanno messo nero su bianco lo stato dell’arte, e le loro proposte, in una lettera le cui firme sono diventate in poche ore più di 320. Dove, pur con la consapevolezza che è un periodo difficilissimo per tutti, e con la disponibilità a fare ulteriori passi incontro alle esigenze dei clienti, non solo si chiede di pagare subito le fatture emesse fino a fine 2019, ma dove i vignaioli, che intanto continuano a mandare avanti la campagna e la vigna, sostenendo le spese, affermano con forza di non essere disposti ad accettare pressioni indebite di chi, purtroppo, vorrebbe approfittare della crisi, come purtroppo accade.
Da Edoardo Ventimiglia (Sassotondo), primo firmatario, a Walter Massa (Vigneti Massa), da Marilena Barbera (Azienda Agricola Barbera) ad Ettore Ciancico (La Salceta) da Francesco Fenech (Fenech Francesco) a Michele Antonio Fino (Cascina Melognis), da Francesco Josko Gravner e Mateja Gravner (Gravner) ad Filippo Antonelli (Antonelli San Marco), da Angela Fronti (Istine) ad Annalisa Motta e Michele Scienza (Guado al Melo), da (Antonio Arrighi) a Gianni Pignattai (Pietroso), da Michele Satta (Michele Satta) a Rocco Toscani (Toscani), da Alessio Brogi (Il Colombaio di Santa Chiara) a Vincenzo Tassinari (presidente Tenute del Cerro), da Elisa Tornesi (Tornesi) a Ginevra Venerosi (Tenuta di Ghizzano), da Susanna Grassi (I Fabbri) a Moreno Petrini (Tenuta di Valgiano), da Arianna Gelpke (Fattoria Corzano e Paterno) a Matilde Poggi (Le Fraghe nonché presidente della Federazione Itaiana Vignaioli Indipendenti, ndr) da Giovanni Dubini (Palazzone) ad Emanuele Pelizzatti Perego (Arpepe), da Gerardo Giuratrabocchetti (Cantine del Notaio) a Carlotta e Marta Rinaldi (Giuseppe Rinaldi), solo per citarne alcuni da un lunghissimo elenco in continuo aggiornamento (qui https://www.ilvinononsiferma.it/page/2/), sono chiarissime le parole dei vignaioli, fissate in quella che, come spiegano loro stessi, è un “lettera aperta dei vignaioli italiani per una leale e condivisa dinamica di filiera”, che di seguito è riportata integralmente.
“Le conseguenze economiche della pandemia - scrivono i vignalioli - hanno travolto la nostra intera società, con effetti che stanno mettendo in crisi anche il nostro settore vitivinicolo. Molti clienti sono stati obbligati alla chiusura, ma la natura non si ferma: noi, custodi della terra, non ci siamo arrestati. Lavoriamo per l’eccellenza, per valorizzare la cultura e la civiltà del vino, per consolidare la reputazione del Made in Italy nel mondo. Difendere l’integrità dei territori e la bellezza dei paesaggi, che rendono straordinario il nostro Paese, è l’altra nostra missione, che ci rende fieri di essere italiani. Siamo così custodi di ecosistemi unici, in un momento storico in cui la lotta al cambiamento climatico è imperativo altrettanto urgente.
Siamo consapevoli delle difficoltà che questa pandemia ha causato e degli effetti che continueranno a gravare su tutti i comparti per i quali il vino costituisce una risorsa insostituibile. Abbiamo apprezzato le iniziative partite dal mondo della distribuzione volte a stimolare il dialogo fra i diversi attori della filiera e siamo vicini ai nostri distributori, agli agenti, agli enotecari e ristoratori, ai sommelier, ai servizi di catering, agli osti e mescitori, e a tutti coloro che amano il vino.
Ci sentiamo parte attiva della straordinaria comunità che vive di vino e la nostra convinzione è che da questa crisi possiamo uscirne solo se restiamo uniti e se verrà salvaguardato il lavoro e il ruolo di ciascuno in ogni anello della filiera.
Per questo chiediamo a tutti rispetto per il nostro lavoro e offriamo in cambio lo stesso rispetto, consapevoli che solo con una collaborazione leale si possa, tutti insieme, uscire da questa crisi. Non accetteremo pressioni commerciali miranti a ridurre il margine che rappresenta la fonte di sostentamento per noi e le nostre aziende, perché riteniamo che soltanto con il riconoscimento di un equo corrispettivo sia garantita la dignità del nostro lavoro e del lavoro di coloro che collaborano con noi nella produzione, commercializzazione e promozione dei nostri vini.
Non accetteremo pratiche sleali quali il conto vendita e le richieste sproporzionate di omaggi, consapevoli che soltanto con il rispetto delle normali condizioni commerciali possiamo contribuire in maniera positiva allo sviluppo della filiera.
Chiediamo a tutti i nostri clienti il rispetto delle scadenze per il pagamento delle forniture effettuate fino al 31/12/2019, in un momento in cui il mercato non presentava ancora alcuna criticità legata alla pandemia.
Siamo disponibili a discutere forme di credito agevolate che tengano conto delle difficoltà economiche che, con il lungo periodo di inattività, tutti i ristoranti e le enoteche si troveranno a fronteggiare alla riapertura, pur nel rispetto degli sforzi e degli investimenti che noi aziende agricole non abbiamo mai smesso di affrontare.

Ci impegniamo, nelle scelte di vendita diretta dei nostri prodotti al consumatore finale, ad operare con lealtà nei confronti dei nostri clienti della distribuzione e dell’horeca, che sono fondamentali per la promozione e la valorizzazione dei vini prodotti dai vignaioli italiani.
Per questo motivo, garantiamo che i nostri listini dedicati ai privati rispettino la normale marginalità riservata agli operatori commerciali.
Siamo convinti che vada rafforzata la collaborazione con tutti gli attori della filiera vinicola, consapevoli che soltanto da un dialogo aperto e organico possano scaturire le migliori opportunità di crescita e valorizzazione per questo nostro piccolo grande mondo”.

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