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Immagini shock sulle confezioni di cibo spazzatura, come avviene sui pacchetti di sigarette. Ecco la proposta, che arriva dall’assemblea generale dell’Oms, di due associazioni salutiste mondiali, Consumer International e World Obesity Federation

Immagini shock sulle confezioni di cibo spazzatura, come avviene, in alcuni Paesi, sui pacchetti di sigarette, “perché i rischi derivati dall’alimentazione sono più gravi di quelli del tabacco, ma mentre delle sigarette possiamo fare a meno, è impossibile astenersi dal mangiare”. La proposta, che in realtà, almeno come tema, è nell’aria da anni, arriva direttamente dall’assemblea generale dell’Oms - Organizzazione Mondiale della Sanità, e porta la firma di due delle principali associazioni mondiali, Consumer International (www.consumerinternational.org) e World Obesity Federation (www.worldobesity.org).
Le due associazioni ipotizzano una vera e propria “Convenzione Globale” contro il cibo poco salutare, sul modello di quella contro il tabacco approvata nel 2003 e legalmente vincolante per i paesi che l’hanno ratificata. L’obiettivo è ottenere una serie di misure più rigide contro l’industria alimentare, che spesso, recita la bozza di convenzione, “si tira indietro rispetto a cambiamenti positivi, con i governi che si sentono impossibilitati a intervenire”. E’ quindi importante saper mangiare bene, conoscere le conseguenze delle nostre scelte, ma anche regolare il mercato in modo restrittivo: proibire gli spot di alimenti spazzatura almeno in certe fasce orarie; ridurre per legge la quantità di grassi, zuccheri e sale nel cibo che compriamo; proibire l’uso di grassi artificiali entro cinque anni; cambiare le autorizzazioni al commercio; tassare il cibo scadente e appunto ricoprirlo di immagini e scritte allarmanti: “nuoce gravemente alla salute”, “causa tumori e infarti”, “invecchia la pelle”, “uccide”.
Tra le misure suggerite ci sono la rimozione dei grassi artificiali da cibo e bevande entro cinque anni, la proibizione di spot degli alimenti poco salutari, ma anche l’adozione di un metodo di tassazione che scoraggi i consumi di ‘cibo spazzatura’, e persino il cambiamento delle autorizzazioni al commercio. “In questo contesto - spiega Luke Upchurch di Consumer International - anche l’adozione di etichette con messaggi che avvisino del pericolo per la salute o addirittura con immagini shock degli effetti dell’obesità potrebbero essere efficaci”.

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