02-Planeta_manchette_175x100
Consorzio Collio 2025 (175x100)

In attesa di scoprire il destino dei suoi marchi del vino, il Gruppo Campari chiude il 2014 con una crescita delle vendite del 2,4% (1,56 miliardi di euro), grazie all’accelerazione del quarto trimestre ed al buon andamento del comparto aperitivi

Tra i brand più conosciuti nel mondo dei wine & spirits c’è senza dubbio il Gruppo Campari, la multinazionale italiana che a fine 2014 ha annunciato la vendita dei suoi asset meno strategici, tra cui alcuni marchi della divisione vino, dalla cantina sarda Tenute Sella & Mosca a Teruzzi & Puthod, marchio storico di San Gimignano, da Enrico Serafino, in Roero e Alta Langa, a Riccadonna e Mondoro, tra i marchi storici del Gruppo Campari, con le bollicine di Asti e Prosecco, su cui hanno messo gli occhi alcuni dei gruppi più rilevanti del vino cinese. Nell’attesa di capire come finirà la ristrutturazione del Gruppo, intanto, la Campari chiude il 2014 con una crescita delle vendite del 2,4%, che arriva così a quota 1,56 miliardi di euro, grazie all’accelerazione del quarto trimestre ed al buon andamento del comparto aperitivi, mentre continua a crescere il portafoglio di rum giamaicani (www.camparigroup.com).

“I principali indicatori di performance nel 2014 sono stati in linea con le aspettative. In particolare - spiega Bob Kunze-Concewitz, Chief Executive Officer Gruppo Campari - il tasso di crescita organica delle vendite è stato positivo ed è raddoppiato rispetto all’anno precedente. Inoltre, ha evidenziato un’accelerazione nel quarto trimestre. Per quanto riguarda la redditività operativa, grazie all’accelerazione della crescita organica delle vendite e a un forte recupero dell’incidenza percentuale del margine lordo sulle vendite nel quarto trimestre, il risultato della gestione corrente sull’anno è stato in linea con l’anno precedente a livello organico”.
“Questo risultato è stato raggiunto - spiega Bob Kunze-Concewitz, Chief Executive Officer Gruppo Campari - nonostante l’aumento del livello di spesa in pubblicità e promozioni e l’incremento significativo degli investimenti in nuove strutture distributive. Guardando al futuro, ci aspettiamo che la volatilità di alcuni mercati emergenti e la competizione di prezzo in atto in alcune aree geografiche rilevanti per il Gruppo continueranno anche nel 2015, riducendo pertanto la visibilità in questa fase dell’anno. Per contro, riteniamo di potere conseguire un andamento positivo del business e della marginalità trainato dallo sviluppo delle cinque top spirit franchise, in particolare dagli aperitivi, dal rum e dal whisky americano, anche grazie all’apporto positivo di un’accelerazione dell’attività di innovazione. Inoltre, riteniamo che lo sviluppo del business e della marginalità possa beneficiare dei ritorni attesi rispetto ai recenti investimenti in nuove strutture distributive e produttive del Gruppo, di un contesto più favorevole per i costi delle materie prime, nonché dell’apporto positivo dei tassi di cambio”.

Copyright © 2000/2025


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2025

Altri articoli