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In Cina l’austerity, confermata da Pechino, rallenta non poco la crescita delle vendite di fine wines, ma, con il calo del prezzo medio al dettaglio dei vini d’importazione di fascia bassa, il vino si prepara a diventare un prodotto di massa

Italia
Cambia il consumo di vino in Cina

Sembrano non esserci più le certezze granitiche di una volta nel mondo del commercio enoico, ma non è detto che il panorama che si va delineando all’orizzonte sia peggiore di quello che conosciamo oggi. Almeno in Cina, considerata, fino ad un paio di anni fa, la terra promessa di tutte le produzioni di alta gamma, e che oggi invece deve fare i conti con due fenomeni sempre più radicati: da una parte, le politiche di austerity recentemente confermate da Pechino, che rallentano non poco la crescita delle vendite di fine wines in Cina, dall’altra, il calo del prezzo medio al dettaglio dei vini d’importazione di fascia bassa, sempre più accessibili.
Il costo medio di una bottiglia prodotta all’estero, acquistata sotto la Muraglia, fino a poco tempo fa si attestava sui 120-150 RMB, pari a 19-24 dollari, un prezzo decisamente alto se si pensa che lo stipendio medio, secondo gli ultimi dati del National Bureau of Statistics of the People’s republic of China è di 2.000 RMB, ma in via di ridimensionamento: a pochi giorni dalla “Festa di Metà Autunno” (conosciuta anche come Festa della Luna, ndr), gli analisti di “Wine Intelligence” (www.wineintelligence.com) hanno rilevato prezzi che, in Gdo, sono scesi addirittura sotto i 30 RMB. Certo, non si tratta di vini di grande qualità, ma di fronte alla frenata del mercato del lusso (che riguarda essenzialmente i vini venduti a più di 500 RMB), e alle difficoltà della fascia “premium” (150-300 RMB), colpita in maniera particolare dalla piaga della contraffazione, la possibilità di allargare la platea dei consumatori di vino è comunque un dato positivo.
Adesso, sta alle aziende, specie ai grandi marchi europei, cogliere la palla al balzo, e far diventare il vino un prodotto di consumo di massa. Una possibilità che, fino ad ora, non si era mai realmente palesata, o almeno non in questi termini, e del resto, con una base importante di consumatori di fascia bassa sarà più semplice far ripartire anche le vendite delle categorie superiori.

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