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ATTUALITÀ

In Francia crescono i fallimenti legati al settore vinicolo: +37% di insolvenze in un anno

Il gruppo Altares presenta i dati del terzo trimestre 2025. Per il mondo del vino si parla di 257 procedure, e le aziende più piccole soffrono di più
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Vigneti in Francia

Le difficoltà economiche si fanno sentire anche per le aziende di una delle nazioni più importanti al mondo, la Francia, e il mondo del vino non è escluso. Il gruppo Altares ha presentato i dati sui fallimenti aziendali oltralpe per il terzo trimestre 2025 che, in totale, ammontano a 14.371 (+5,2%). Un’estate da “record”, in negativo, con le Pmi che rappresentano la maggior parte delle insolvenze, ma anche le realtà più grandi sono sotto pressione. L’unico segnale positivo è che un terzo delle procedure è ora costituito da quelle di amministrazione controllata o di salvaguardia, contribuendo a preservare più posti di lavoro tra i 52.000 a rischio nel terzo trimestre. Andando nello specifico per il vino, che da tempo in Francia è un comparto che vive cambiamenti e tensioni, tra “guerra dei prezzi”, estirpazione dei vigneti e cambiamento dei consumi, il sito specializzato “ Vitisphere” parla di 257 procedure di salvaguardia, amministrazione controllata o liquidazione diretta aperte, con il settore vinicolo che ha, di fatto, registrato un aumento del 37% delle insolvenze in un anno. Le aziende vitivinicole con pochi dipendenti, che poi rappresentano quelle che trainano il settore, sono le più esposte: 172 procedure per quelle con meno di 3 dipendenti (+31%) e 50 procedure per quelle con 3-5 dipendenti (+51%).
Piccoli aspetti positivi possono essere letti nel terzo trimestre 2025 grazie ad un rallentamento, e, quindi, a 43 insolvenze totali dalle 73 del secondo trimestre e alle 76 del primo trimestre, senza dimenticare che molti manager stanno dimostrando una maggiore capacità nell’anticipare le difficoltà, tenendo quindi ancora accesa la speranza prima che sia troppo tardi. Per Thierry Millon, direttore della ricerca ad Altares Dun & Bradstreet, “è importante confrontare i terzi trimestri tra loro, perché le ferie di agosto incidono effettivamente sul totale. Tuttavia, il terzo trimestre 2025, rispetto al terzo trimestre 2024 (che è stato molto pesante per essere un’estate), mostra un calo del 2%. Questo è ancora troppo limitato per convalidare una traiettoria sostenibile, ma è comunque un segnale incoraggiante”.
Più in generale, i fallimenti nelle attività agricole hanno mostrato andamenti molto delicati nel terzo trimestre 2025 (327; +27%). Nel settore caccia-pesca-silvicoltura (53; +26%), le tensioni si concentrano nei servizi di supporto alla silvicoltura. Nelle colture (164; +20%), il calo è trainato dalle attività di supporto alle colture (lavori agricoli), dall’orticoltura e dai cereali e le problematiche non hanno risparmiato neanche l’allevamento (108, +42%). Nei pubblici esercizi (1.852; +3%), il livello di insolvenze è stabile nel settore alberghiero e aumenta leggermente (+2%) nei ristoranti, dove spiccano i fast food (-5%), mentre i ristoranti tradizionali mostrano ancora un calo del +9% e la situazione è negativa anche per i bar (+10%).

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