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In Francia la protesta anti-Ogm ha una nuova pietra miliare: la Corte d’Appello di Colmar ha annullato le pene decise per 54 manifestanti che, nel 2010, devastarono un vigneto in cui l’Ente di Ricerca Francese coltivava viti geneticamente modificate

La lotta contro gli Ogm mette a segno un’altra vittoria, che arriva dai vigneti francesi, a distanza di qualche anno. Nel 2010 62 manifestanti vennero accusati, e condannati, per aver devastato un vigneto di proprietà del Governo in cui si faceva ricerche su viti geneticamente modificate, e adesso, dopo 4 anni, la Corte d’Appello di Colmar, ha annullato le pene decise, allora, per 54 dei manifestanti coinvolti nel raid (che hanno già pagato una multa di 57.001 euro esatti), stabilendo che il vigneto Ogm si trovava in una condizione di assoluta illegalità, visto che non aveva minimamente valutato i rischi per l’ambiente circostante.
Una notizia che i manifestanti anti-Ogm, in Francia, hanno accolto come una pietra miliare nella loro battaglia per liberare il Paese dalle colture geneticamente modificate. “Questo è un primo è un primo passo, una vittoria per tutti gli avversari delle colture geneticamente modificate”, hanno detto gli agricoltori della Union Confederation Paysanne, i cui membri sono stati spesso coinvolti in azioni di sabotaggio ed attacchi diretti nei campi in cui si coltivano Ogm. Del resto, il rapporto tra i consumatori europei e le colture Ogm è sempre stato improntato su un certo scetticismo, tanto che un’indagine della Commissione Europea, proprio nel 2010, rivelò che il 71 % degli intervistati non avrebbe mai voluto ingredienti geneticamente modificati nel proprio cibo.
Dall’altra parte, però, l’Inra - Ente di Ricerca Francese per l’Alimentazione e l’Agricoltura, ha criticato la corte d’appello di Colmar, tanto che il presidente, Francois Houllier , secondo i media francesi, ha accusato la Corte di compromettere l’intero futuro della ricerca pubblica in Francia: “il ruolo dei ricercatori non è quello di decidere l’applicazione della tecnologia e della scienza nella società, ma la ricerca pubblica è vitale per produrre conoscenze ed aiutare a prendere la decisione giusta, oltre a contribuire ad un’innovazione in grado di affrontare le sfide sociali e sostenere la nostra competitività economica”.

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