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IN ITALIA CRESCE L’ABUSO DI ALCOL TRA OVER 65 E UNDER 16. COSÌ L’ISTITUTO SUPERIORE DI SANITÀ. L’OSSERVATORIO GIOVANI E ALCOL: “L’ALLARME C’È, MA NO A DIVIETI GENERICI, DUE BICCHIERI DI VINO NON SONO “ABUSO””. LE IDEE DI ASSOCIAZIONI E DISTRIBUZIONE

In Italia è boom di abuso di alcol soprattutto tra gli over 65 e tra i giovanissimi under 16, ragazzi e ragazze. Sta prendendo sempre più piede anche nel nostro Paese, inoltre, il fenomeno del binge drinking, l’abbuffata di alcol in una sola occasione. Questi alcuni dati emersi dal rapporto dell’Istituto Superiore di Sanità (Iss), questa mattina a Roma, nell’Alcohol Prevention Day.
Sull’esempio di modelli Nord europei, si è consolidata tra i giovani italiani l’abitudine di bere in occasioni particolari più di 6 bevande alcoliche. Nel 2008 si è registrata una prevalenza di binge drinking del 22,1% tra i maschi 18-24enni e del 6,5% tra le ragazze. In media, 4 milioni di italiani di tutte le età si ubriacano nel corso dell’anno. Indipendentemente dall’età, la distribuzione territoriale dell’abuso di alcol fa rilevare nei maschi il valore più alto nell’Italia Nord-Orientale (15,5%), seguita dall’Italia Meridionale (12,3%) e Nord-Occidentale (12,5%). Preoccupa soprattutto il fatto che il fenomeno sia registrato anche tra i minori di 16 anni, età-soglia al di sotto della quale è vietata la somministrazione di alcol, e che tra le ragazzine di 16-17 anni si registrino valori più alti rispetto alla media femminile nazionale - quasi il 4%, rispetto alla media del 2,8% - con un picco per le 18-24enni (6,5%).
Ma questi fenomeni non vanno contrastati con il proibizionismo. A mettere in guardia dalla tentazione di affrontare il problema a suon di divieti, potenzialmente più dannosi che utili, è l’Osservatorio permanente Giovani e Alcol, struttura di ricerca che da 20 anni affianca la ricerca alcologica nazionale con studi di carattere psicologico e sociale. “I numeri riportati - commenta il vice presidente Michele Contel - confermano conoscenze già acquisite. In tutti i Paesi europei, infatti, esistono due modelli di consumo di alcol: quello tradizionale e quello imposto dalla globalizzazione e dall’allargamento del modello di consumo proprio dei Paesi nordici. In questo ultimo contesto, l’alcol perde il suo significato di bevanda e diventa uno tra i tanti modi di inseguire lo sballo. L’allarme destato dai consumi eccessivi dei giovani è reale ed è, ancora una volta, segno che le subculture giovanili stanno assumendo un approccio all’alcol tipico dei Paesi nordici. Una situazione certamente grave, che necessita di analisi e di interventi non solo e non tanto sul piano sanitario e legale quanto su quello della famiglia, della scuola e dei comportamenti sociali”.
“Ma - prosegue Contel - accanto ad un giusto allarme per la crescita di consumi finalizzati allo “sballo”, si deve registrare nel nostro Paese anche la permanenza di un atteggiamento di “bere responsabile” abbastanza diffuso. L’indagine ci parla anche della popolazione anziana e segnala un possibile abuso domestico di alcol. Ma, anche in questo caso, si deve essere prudenti: definire “abuso” due bicchieri di vino al giorno potrebbe banalizzare e di fatto annullare la nozione stessa di rischio e di abuso. Le zone di rischio duro e vero vanno contrastate con strumenti che incidono sulle cause reali di disagio, e non con proibizionismi generici estesi a tutta la popolazione”.

Focus - La proposta di Aprosir (Associazione per la promozione e sviluppo individuale e relazionale): “camere di decompressione post-discoteca contro incidenti killer”
Stanze speciali con luci soffuse e lettini, dove è possibile rilassarsi e aspettare che l’effetto dell’alcol svanisca. Si chiamano camere di decompressione (chill-out rooms) e sono la chiave del progetto contro le stragi del sabato sera ideato e promosso da Valentino Roma, presidente dell’Associazione per la promozione e sviluppo individuale e relazionale (Aprosir). “A fare da capofila in questa iniziativa - spiega Roma - è sicuramente l’Emilia Romagna, patria di discoteche e locali notturni. Uno staff specializzato fa da sentinella per individuare i soggetti a rischio, ed evitando che ci siano risse e prima dell’uscita dal locale accompagna i giovani che hanno bevuto troppo nella stanza di decompressione. Ad attenderli personale di assistenza preparato, un simulatore di guida e per le emergenze anche un defibrillatore”.
Info: www.cameradidecompressione.it

Focus - La proposta di Assobirra: all’esame per la patente domande sui rischi legati all’abuso di alcol
Aggiungere al test per l’esame di guida un modulo, una lezione e una serie di domande sugli effetti dell’alcol per chi si mette alla guida. È la proposta lanciata da Assobirra, l’Associazione degli Industriali della birra e del malto. Secondo il rapporto Istat sul consumo di alcol, il 18,2% (1 su 5) dei giovani tra i 18 e i 24 anni che guidano abitualmente l’auto ammette di avere un comportamento a rischio con l’alcol (cioè assume piu’ di 2-3 bicchieri al giorno), mentre questa percentuale scende all’11,5% nei giovani che guidano poco o non guidano.
Assobirra, in collaborazione con l’Unione Nazionale Autoscuole e Studi Consulenza Automobilistica (Unasca) ha già sperimentato la somministrazione di un modulo specifico per 200.000 giovani che si apprestavano a prendere la patente e ora propone di “rendere permanente questo modulo formativo - precisa il presidente di Assobirra, Piero Perron - magari inserendo nuove domande specifiche sull’alcol nei test”.
Dalle statistiche Istat emerge che comportamenti scorretti alla guida, legati al consumo di alcol sono da attribuire non solo ai giovani ma anche agli adulti, dal momento che il 13-14% dei 25-64enni che guidano abitualmente l’auto ha comportamenti di consumo di alcol a rischio. Per questo motivo Assobirra propone “un approccio educativo ad ampio raggio”.

Focus - Coop sceglie l’informazione sul consumo di alcol con i “Suggerimenti per una corretta assunzione di bevande alcoliche”
Coop inserisce una cartellonistica negli oltre 1.400 punti vendita per informare in modo corretto i consumatori di bevande alcoliche. Già dal gennaio del 2009 la catena di distribuzione ha stabilito di interrompere la vendita di ogni tipo di alcolici ai minori di 18 anni, adesso passa alla campagna di informazione e sensibilizzazione, con l’inserimento nell’etichetta die vini a marchio Coop una serie di “Suggerimenti per una corretta assunzione di bevande alcoliche”.
Il secondo passo, ufficializzato il 29 aprile 2010 nell’Alcohol Prevention Day, evento organizzato dall’Osservatorio Nazionale Alcol dell’Istituto Superiore di Sanità e promosso dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, è quello di fornire corrette informazioni non solo ai consumatori di vino a proprio marchio, ma a tutti i soci e consumatori che entrano nei reparti bevande alcoliche della propria rete di vendita. A questo servirà la cartellonistica, che suggerisce di bere solo durante i pasti e con moderazione, di non consumare alcol se ci si deve mettere alla guida, se si assumono farmaci, sul luogo di lavoro, se si usano macchinari delicati o pericolosi e consiglia, inoltre, di non bere se si ha meno di 18 anni, durante la gravidanza e l’allattamento: con questa iniziativa Coop aderisce al programma “Guadagnare salute”, promosso dal Ministero della Salute.

Focus - La proposta di Gianpaolo Vallardi, senatore della Lega Nord: una deroga di 3 ore al giorno a chi ha subito la sospensione della patente per guida in stato di ebbrezza
“Sospendere” la sospensione della patente. Chi viene sorpreso alla guida in stato di ebbrezza e subisce la sospensione della patente dovrebbe, entro un termine di 10 giorni, poter ricorrere al Prefetto e chiedere una deroga di 3 ore al giorno per recarsi al lavoro, o magari per fini sociali, come il volontariato. È ciò che prevede un emendamento al ddl sul codice della strada presentato dal senatore leghista Gianpaolo Vallardi e approvato dalla Commissione Lavori pubblici. A sostegno di questa singolare proposta, Vallardi porta motivi “ambientali”. “In alcune zone nei mesi invernali il grappino o il bicchiere di vino è una prassi comune”, dice il senatore. Che spiega: “l’impossibilità di andare al lavoro perché la patente viene ritirata ha creato molti problemi di tipo sociale e rovinato molte famiglie, e chi abita in paesi sperduti, senza patente, ha perso anche il lavoro ed è venuto meno lo stipendio per il sostentamento. Inoltre - aggiunge - il tempo scontato di massimo tre ore al giorno per la deroga, porterà anche a un allungamento della sanzione, e dunque la pena non viene diminuita”.

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