Sale l’emergenza agricoltura in Sardegna: strutture aziendali e fabbricati interi, dalle serre ai magazzini alle stalle, sono finiti sott’acqua. Centinaia di pecore sono morte o disperse e moltissimi campi coltivati restano allagati. Ma soprattutto in queste ore cresce il rischio “isolamento” per le aziende situate nelle aree più interne, dove le strade rurali sono state trascinate via dal fango, dagli alberi caduti, dal crollo dei ponti. È questo il bilancio tracciato dalla Cia (Confederazione Italiana Agricoltori), dopo il disastroso tifone che si è abbattuto sulla Sardegna.
Chi può è già in azione con i propri mezzi, dai trattori alle ruspe, per sgomberare le strade, ricostruire la viabilità e dare supporto e aiuto alla comunità - osserva la Cia - ma il quadro dell’agricoltura resta catastrofico e c’è il pericolo serio di un consistente “taglio” produttivo. Basta ricordare che attualmente nell’isola si trova quasi la metà dell’intero patrimonio ovino e caprino italiano e che l’allevamento rappresenta una fonte di reddito molto importante.
La Cia, esprimendo nuovamente il suo cordoglio per le vittime di questa tragedia, rilancia l’urgenza di mettere in sicurezza il territorio, sempre più esposto a eventi climatici estremi, agendo sul problema del dissesto idrogeologico, ridando il giusto valore al presidio da parte dell’agricoltore, la cui opera di manutenzione è fondamentale, soprattutto nelle aree marginali.
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