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In Spagna crescono gli stock di vino nel periodo 2013/2014, a quota 33,28 milioni di ettolitri, trainati dal boom della produzione, cresciuta del 50% sul periodo precedente, a quota 45,3 milioni di ettolitri. +35,8% per l’Export nei Paesi Ue

Sempre presi dal confronto con la Francia, competitor storico ma quasi irraggiungibile per il vino italiano, quasi non ci siamo accorti della crescita esponenziale degli ultimi anni della Spagna, che ha reso pubblici i dati definitivi sullo stoccaggio di vino nel periodo 2013/2014 del Ministero de Agricultura, Alimentación y Medio Ambiente, rilanciati dal portale “Vinetur” (www.vinetur.com), che raccontano una crescita degli stock del 19,3% sul periodo precedente, a quota 33,28 milioni di ettolitri, a causa del boom della produzione.
La disponibilità di vino nello stato spagnolo, nella campagna 2013/2014, nel complesso, ha raggiunto i 73,8 milioni di ettolitri, così ripartiti: 27,9 milioni di ettolitri di rimanenze, a cui vanno aggiunti 45,3 milioni di ettolitri di produzione e 0,6 milioni di ettolitri di vino importato. Ma che fine ha fatto tutto questo vino? Il 30,2%, pari a 22,3 milioni di ettolitri, è andato all’estero, un altro 13,3% (9,82 milioni di ettolitri) è stato consumato in Spagna, e 2,36 milioni di ettolitri sono stati destinati ad uso industriale. Infine, 6,1 milioni di ettolitri di vino sono stati distillati, per cui, alla fine dei conti, il 45% della massa vinicola transitata per la Spagna, quei famosi 33,28 milioni di ettolitri, è ancora nelle cantine delle aziende iberiche.
Come detto, l’impatto sugli stock è da attribuirsi quasi per intero ad un boom della produzione che, nella campagna 2013/2014 si è tradotto in 53,55 milioni di litri di vini e mosti, quasi il 50% in più della 2012/2013, quando la Spagna non superò i 35,78 milioni di ettolitri. Una crescita addebitare al +74,2% dei vini non a denominazione, che hanno raggiunto i 32,2 milioni di ettolitri.
Nonostante la maggior disponibilità, però, non si arresta il calo dei consumi interni, che perde lo 0,3% sul periodo precedente, a quota 9,82 milioni di ettolitri. Un limite che l’Italia conosce bene, di fronte al quale c’è una sola soluzione possibile: l’export. Che, infatti, anche se a scapito del prezzo medio, cresce: nella sola Unione Europea le spedizioni hanno toccato i 17,4 milioni di ettolitri (+35,8%) trainate dal vino sfuso, mentre nei Paesi Terzi la crescita è stata solo del 5,7%, a quota 4,82 milioni di ettolitri.

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