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In tempo di crisi in campagna ci sono anche case history imprenditoriali che uniscono solidarietà e giusto reddito: in Italia nel 2014 1.100 aziende praticano agricoltura sociale con rifugiati, detenuti, disabili e tossicodipendenti. Così Coldiretti

In tempo di crisi, licenziamenti e delocalizzazioni delle attività produttive, in campagna ci sono anche case history di esperienze imprenditoriali e cooperative capaci di conciliare la solidarietà con il giusto reddito: nel 2014 si stimano almeno 1.100 imprese e cooperative che praticano l’agricoltura sociale attorno alla quale gravitano oggi centinaia di migliaia di rifugiati, detenuti, disabili, tossicodipendenti. Tutto questo emerge dal Convegno Nazionale dei Consiglieri Ecclesiastici della Coldiretti n. 38 a Roma “La fraternità: percorso profetico per un’economia dal volto umano”. “L’agricoltura - sottolinea la Coldiretti - è diventata terra di frontiera anche per l’integrazione di giovani e anziani, ed è chiamata a svolgere un ruolo attivo per il bene comune in una società a forte rischio di disgregazione”. Lo dimostra la crescita record delle assunzioni in agricoltura che fa registrare un aumento nel numero di lavoratori dipendenti del 5,6% nel secondo trimestre del 2014 sullo stesso periodo del 2013, offrendo sbocchi anche a molti costretti ad abbandonare gli altri settori in crisi, secondo un’analisi Coldiretti su dati Istat. E si stima che 1 lavoratore dipendente su 4 assunto in agricoltura abbia meno di 40 anni, accanto ad una forte presenza di lavoratori immigrati.
In questo contesto, sottolinea la Coldiretti, si moltiplicano nelle campagne i progetti imprenditoriali dedicati esplicitamente ai soggetti più vulnerabili che devono fare i conti con la cronica carenza dei servizi alla persona che in Italia si è accentuata dall’inizio della crisi. Lungo tutta la penisola sono nate esperienze molto diversificate di agricoltura sociale che vanno dal recupero e reinserimento lavorativo di soggetti con problemi di dipendenza (droga e alcool in particolare) all’agricoltura terapeutica (ortoterapia, ippoterapia e così via) con disabili fisici e psichici di diversa gravità, ma anche il reinserimento sociale e lavorativo di persone emarginate (minori a rischio, disoccupati di lunga durata, e così via) e l’attività agricola volta al miglioramento del benessere e della socialità (come il caso degli orti urbani per gli anziani). Questa diversificazione, precisa la Coldiretti, si palesa con la presenza di diverse tipologie di coltivazioni e di allevamenti e di attività di servizio: agriturismo, ristorazione, punti vendita aziendali, fattorie didattiche o agriasilo.
“L’agricoltura sociale è la punta più avanzata della multifunzionalità che abbiamo fortemente sostenuto per avvicinare le imprese agricole ai cittadini e conciliare lo sviluppo economico con la sostenibilità ambientale e sociale - sottolinea il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo - una svolta epocale con la quale si riconosce che nei prodotti e nei servizi offerti dall’agricoltura non c’è solo il valore intrinseco ma anche un bene comune per la collettività fatto di tutela ambientale, di difesa della salute, di qualità della vita e di valorizzazione della persona. Un riconoscimento - conclude Moncalvo - che è arrivato anche in Parlamento dove il testo già approvato in Commissione Agricoltura cerca di far ordine legislativo in una materia che la gran parte delle Regioni ha disciplinato in modo contraddittorio”.

Focus - Coldiretti: case history di agricoltura sociale in Italia
L’Azienda Le Noci nelle Marche
Francesca Gironi è una giovane imprenditrice della Coldiretti che gestisce dal 2008 l’azienda Le Noci, a Staffolo (Ancona) nelle Marche, lasciandosi alle spalle un incarico nel settore della comunicazione d’impresa per dedicarsi all’allevamento di cavalli e alla coltivazione della terra rivolti soprattutto alla disabilità con relativo centro di accoglienza. L’esperienza è iniziata nel 2010 con l’arrivo in azienda di un giovane diversamente abile, con un ritardo cognitivo medio-grave, a cui viene riservata un’accoglienza speciale. Nel 2011 inizia un progetto più ampio di terapia occupazionale per rendere disponibili le strutture dell’azienda a molte altre persone disabili, con inserimento lavorativo e residenzialità che comprende la cura dei cavalli, la pulizia della scuderia, la coltivazione di un orto, la cura del giardino ed altre operazioni connesse. Oggi sono iniziati i lavori per ampliare l’azienda per ospitare più ragazzi disabili e rispondere alle crescenti domande di ospitalità di tipo residenziale a loro riservata. A fine lavori, che riguardano anche la realizzazione di un punto vendita dei prodotti orticoli coltivati dai giovani ospiti, l’azienda sarà certificata come “struttura residenziale per disabili”.
La Cooperativa sociale Al Azis a Palermo in Sicilia
La Cooperativa Sociale Al Azis nasce a Palermo nel 1998 per promuovere processi di orientamento, formazione professionale e inserimento socio-lavorativo ed aderisce a UeCoop. Gli operatori che ci lavorano sono impegnati da anni nelle attività promosse nel quartiere palermitano di Zisa. Sin dalla sua fondazione collabora in maniera continuativa con il Centro per la Giustizia per la Sicilia e con l’Ufficio di Servizio Sociale per i Minorenni di Palermo, per la programmazione, la progettazione e la gestione di servizi finalizzati all’inclusione sociale e lavorativa dei giovani presi in carico dai servizi della Giustizia Minorile. La Cooperativa in questi anni si è occupata dell’avviamento di percorsi individuali di orientamento, mirati all’inserimento nel mondo del lavoro.
Nova Onlus a Trani in Puglia
Nova Onlus, Consorzio Nazionale di Cooperative Sociali, nasce a Trani nel 1998 per iniziativa di alcune delle più importanti realtà del terzo settore italiano ed aderisce a UeCoop. I fondatori vantano un’esperienza trentennale di interventi sociali “di frontiera” nei campi della tossicodipendenza, della prostituzione e della tratta di esseri umani, dei minori e dei giovani, dell’immigrazione e delle minoranze etniche. Attualmente è presente, con i suoi 15 gruppi associati, in 13 regioni italiane. La sua missione è promuovere innovazione sociale, conoscenza e sviluppo di nuove pratiche, favorendo la circolazione delle sperimentazioni più significative. Novs Onlus vuole contribuire alla definizione di politiche pubbliche in ambito nazionale e internazionale, finalizzate a coniugare sicurezza urbana, inclusione sociale, sviluppo sostenibile e vivibilità dei territori.

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