In un momento di difficoltà per l’economia italiana, anche nel comparto agricolo, l’unico settore a salvarsi, è quello del vino, che vanta standard di eccellenza in tutte le 20 Regioni della Penisola, e da solo vale 10 miliardi di fatturato all’anno, ma se si considera il giro d’affari sviluppato da tutti i rivenditori di vino in tutti i canali di distribuzione (enoteche, ristoranti, alberghi, osterie, grande distribuzione), potrebbe arrivare al 10% del Pil. Emerge dal convegno “Vino e Pil”, oggi a Roma a “SensofWine”.
Quello del vino resta uno tra i settori produttivi più economici e performanti (circa 500.000 addetti), in netta controtendenza rispetto alla congiuntura nazionale complessiva (nel 2011 le esportazioni sono in aumento di circa il 12%). Con questa premessa, il vino si inquadra inevitabilmente come "comparto modello" su cui puntare alla luce di diverse considerazioni: è uno fra i pochi prodotti italiani sempre attivi nella bilancia dei pagamenti negli ultimi 15 anni. Ma il vino è anche l’unico prodotto agricolo la cui ricaduta economica positiva è appannaggio pressoché totale dell’azienda produttrice e del tessuto economico locale (l’80% della filiera è sul luogo di produzione). Non esistono altri settori in cui tutte e 20 le Regioni italiane siano contemporaneamente, analogamente capaci di conseguire l’eccellenza in termini di valore della produzione: la celebrazione del sistema Italia, forte della sua complessità e della sua unica ricchezza che è la varietà di siti diversamente, peculiarmente regionalmente distintivi. Questo fa si che il vino, insieme all’agro-alimentare, sia l’unico fra i prodotti del made in Italy che induce il consumatore soprattutto straniero a visitare il luogo di produzione promuovendo il turismo agreste del nostro paese (il 68% del flusso dei turisti stranieri visita le nostre campagne per motivi enogastronomici).
L’Agricoltura in generale, infine rappresenta l’unica area di Pil sostanzialmente espandibile con politiche dedicate e più ancora con una lotta seria e efficace alla contraffazione e alla pirateria: il fatturato sviluppato dal comparto agroalimentare è solo il 10-20% del fatturato totale del wine & food legato all’italian sounding.
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