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GIORNATA MONDIALE DEL RIFUGIATO

Inclusione rifugiati, l’Onu premia il mondo del vino italiano grazie alla cantina Caprai

Con il programma Unhcr “Welcome. Working for Refugee Integration”, il 6% ha un contratto indeterminato. Le aziende della ristorazione le più attive

Mentre il numero delle persone in fuga da conflitti e persecuzioni in tutto il mondo ha raggiunto livelli record, sono dati incoraggianti quelli del programma Onu “Welcome. Working for Refugee Integration”, grazie al quale, nel 2023, in Italia sono stati avviati 11.700 percorsi professionali per persone rifugiate, un risultato che porta a 34.000 il totale degli inserimenti realizzati dalla sua nascita nel 2017 ad oggi, e che rendono evidente come l’inclusione lavorativa, con il coinvolgimento del settore privato in collaborazione con le istituzioni e con le organizzazioni della società civile, rappresenti una soluzione vantaggiosa per tutti, efficace e sostenibile, dinanzi a una crisi globale senza precedenti. E, oggi a Roma, alla vigilia della Giornata Mondiale del Rifugiato, che ricorre domani, 20 giugno, l’Unhcr, l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati, ha premiato le 220 aziende che li hanno promossi (+32% sul 2022), e, simbolicamente, il mondo del vino italiano, grazie, ancora una volta, alla Arnaldo Caprai, la cantina guidata da Marco Caprai, che, dal 2016, insieme alla Caritas di Foligno, ha dato a più di 200 richiedenti asilo un lavoro nella sua azienda favorendo così l’integrazione. Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha voluto premiare, motu proprio, il produttore che ha rilanciato il Sagrantino di Montefalco nel mondo per l’imprenditoria etica.
Insieme a Caprai, nel mondo dell’enogastronomia, sono state premiate realtà che vanno da Lavazza a Eataly, da Mutti a Nespresso Italiana - Società Benefit, da La Doria a Inalpi, da Mcdonald’s Italia, a Princes Industrie Alimentari. Tra i nomi di altri settori come l’accoglienza, la moda, l’arredamento, ma non solo, invece, vi sono realtà come Accor Italia all’Hotel Hilton Molino Stucky Venice, dall’Hotel Como Castello del Nero a Fendi, da Gucci a Bottega Veneta, da Ovs a L’Oréal Italia, da Pfizer Italia a Ikea, da Leroy Merlin a Decathlon Italia, d Amazon Italia a Banca Ifis, da Gruppo Generali a Enel, da Sace Spa a The Adecco Group, solo per citarne alcune.
Negli anni “Welcome” è cresciuto in portata, efficacia e qualità, riuscendo a offrire risposte concrete tanto al bisogno di integrazione da parte dei rifugiati quanto al problema del mismatching, il disallineamento, tra domanda e offerta che oggi caratterizza il mercato del lavoro italiano. In sette anni sono state premiate 742 aziende, 220 soltanto in questa edizione. La crescita riguarda ogni settore produttivo e coinvolge sia grandi aziende - sono 75 le premiate per gli inserimenti realizzati nel 2023, vs 58 nel 2022 e 35 nel 2021 - che Pmi. Passando agli inserimenti, oltre a un aumento in valore assoluto (11.770 vs 9.300 per il 2022), va rilevato anche un incremento dei contratti a tempo indeterminato che passano dal 5% al 6%, mentre il 91% delle persone assunte ha ottenuto un contratto a tempo determinato. Complessivamente il numero delle donne rifugiate inserite passa dal 18% al 20%. La carenza di manodopera e il gap domanda e offerta nel mercato del lavoro, tuttavia, non sono sufficienti a spiegare le ragioni del crescente interessamento delle imprese verso i rifugiati: per il 39% delle aziende interpellate, infatti, “contribuire a promuovere una società più inclusiva” rappresenta la spinta principale a partecipare a Welcome, mentre il 25% afferma di aver assunto rifugiati perché crede nell’importanza di un “maggiore impegno verso la comunità”. L’8% segnala inoltre “l’indisponibilità di giovani italiani per le mansioni ricercate”, un dato in crescita rispetto al 4% del 2022. Tra i settori delle aziende premiate, si conferma al primo posto “alloggio e ristorazione” con il 21%, davanti a “attività manifatturiere” al 18%, mentre sale al 13% quello delle costruzioni.
Chiara Cardoletti, rappresentante Unhcr per l’Italia, la Santa Sede e San Marino, spiega come le aziende coinvolte nel programma hanno “pienamente compreso che l’assunzione di persone rifugiate rappresenta un valore aggiunto in termini di disponibilità di forza lavoro e di competenze, ma anche che la creazione di un ambiente di lavoro più inclusivo comporta un miglioramento delle relazioni tra dipendenti e della percezione da parte dei consumatori”. In questa sesta edizione, l’Unhcr ha assegnato inoltre il logo “We Welcome” a 55 cooperative, onlus, fondazioni, associazioni di categoria, sindacati, servizi per il lavoro ed enti locali che, a vario titolo, si sono impegnati per favorire l’inclusione nel mercato del lavoro dei richiedenti asilo e beneficiari di protezione internazionale. Il ruolo delle organizzazioni della società civile che supportano il programma a livello locale si dimostra sempre più rilevante. Lanciato da Unhcr nel 2022, il network “WelcomeNet” conta oggi 100 associazioni distribuite su tutto il territorio nazionale. Nel dicembre 2023 è stata inoltre lanciata on-line la piattaforma Welcome-in-one-click a favore di imprese, persone rifugiate e organizzazioni per rafforzare ulteriormente i percorsi di integrazione. Il progetto “Welcome. Working for refugee integration” è finanziato dal Fondo di Beneficienza Intesa Sanpaolo, realizzato in collaborazione con Fondazione Adecco ed è sostenuto dal Ministero del Lavoro, da Confindustria e dal Global Compact Network Italia e dall’Associazione Italiana per la Direzione del Personale (Aidp).

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