Via libera alla distillazione di crisi, con risorse che possono raggiungere i 160 milioni di euro, aperture importanti sul fronte degli espianti ed estensione da 6 a 10 anni del periodo previsto per il rimborso dei prestiti garantiti dallo Stato. Dall’attesissimo incontro tra la filiera del vino di Francia ed il Ministro dell’Agricoltura del Governo Macron, Marc Fenseau, andato finalmente in scena questa mattina, arrivano aperture importanti alle richieste delle associazioni dei produttori (che abbiamo riepilogato spesso, su WineNews, l’ultima volta appena qualche giorno fa, qui).
Per le richieste di una distillazione di crisi che potrebbe riguardare fino a 2,5 milioni di ettolitri di vino, gli uffici del Ministero dell’Agricoltura, come riporta il portale francese “Vitisphere”, fanno sapere che “ad oggi, e nei limiti degli importi autorizzati dalle disposizioni europee, si tratta di 40 milioni di euro di crediti nazionali, integrati da 40 milioni di euro della dotazione di finanziamenti europei (Feaga) dedicati al settore vitivinicolo, che consentono un campagna di distillazione che sarà lanciata quest’estate. Una seconda campagna di distillazione potrebbe essere organizzata da ottobre 2023, secondo la stessa ripartizione tra crediti nazionali ed europei, per raggiungere un massimo di 160 milioni di euro nel 2023”.
In sostanza, si opterà per spalmare lo sforzo su due anni dell’Ocm, anche se Jérôme Despey, a capo del Conseil Spécialisé Vins di FranceAgriMer, ribadisce la necessità di arrivare a 200 milioni di euro, attingendo “dalla riserva di crisi della Commissione Europea, integrata ogni anno da 450 milioni di euro disponibili per ogni Paese e per ogni filiera produttiva. 200 milioni di euro consentirebbero di arrivare a un piano di finanziamento simile a quello della precedente distillazione di crisi, quella del 2020, che ha mobilitato 211 milioni di euro per 2,6 milioni di ettolitri”, ha commentato Jérôme Despey. Conti che non tornano, e che, secondo Gérard Bancillon, presidente della Confederazione dei Vini Igp di Francia, sarebbero persino sottostimati: “i riscontri delle varie organizzazioni interprofessionali ci dicono che la reale stima arriva a di 3 milioni di ettolitri di vino destinato alla distillazione su scala nazionale, per una spesa di 240 milioni di euro, considerando un valore medio di 80 euro ad ettolitro”. Insomma, se da un lato la misura verrà applicata, dall’altro è quasi certo che le risorse saranno inferiori alle richieste della filiera enoica, come accade del resto in ogni contrattazione.
Caro alla Federazione dei Viticoltori Indipendenti, anche il tema del rimborso dei prestiti garantiti dallo Stato (Pge), al centro di un dibattito giudicato piuttosto costruttivo. “Il Governo - si legge in una nota del Ministero dell’Agricoltura francese - sta integrando il sistema della mediazione creditizia alle imprese con una task force ministeriale, all’interno del Ministero dell’Agricoltura, che supporti gli agricoltori e li indirizzi verso le soluzioni più adatte alla loro situazione”. Un’apertura accolta con ottimismo da Jean-Marie Fabre, presidente della federazione nazionale dei viticoltori indipendenti, che ha sottolineato come “il Ministro dell’Agricoltura e il Primo Ministro si sono mostrati d’accordo con la nostra richiesta di esenzione per estendere i rimborsi da 6 a 10 anni, possiamo considerare la creazione di questa task force, che studierà caso per caso i dossier delle aziende, come un’apertura su questo punto”.
Ultimo argomento sul tavolo, il più delicato: le misure di espianto, particolarmente attese a Bordeaux. “Si stanno studiando diverse possibilità, sempre negli strumenti Feasr sulla diversificazione agricola, il ricambio generazionale e lo sradicamento sanitario come parte di un programma per frenare la flavescenza dorata. Il lavoro deve continuare affinché queste leve possano essere rese operative sin dal 2023. Lo Stato sarà al fianco della regione della Nuova Aquitania e dell’organizzazione interprofessionale di Bordeaux per rispondere insieme alle sfide”, continua il comunicato del Ministero dell’Agricoltura. Pur non essendo stato annunciato alcun importo, è una strada che sembra soddisfare il settore.
“Il fondo sanitario e ambientale, utilizzato fino ad oggi in un contesto curativo, ad esempio per la flavescenza dorata, verrebbe poi implementato in un contesto preventivo, rimuovendo così le viti abbandonate o non più produttive, garantendo una via d’uscita ai vignaioli”, spiega Jérôme Despey, ricordando che attivando le risorse del Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale si può immaginare un sostegno da parte dello Stato alle Regioni, che adesso però sono chiamate ad un’accelerazione sul fronte delle proposte di espianto, perché, sin qui, l’unica ad aver mosso passi ufficiali, decisi e precisi, è stata proprio Bordeaux.
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